C'è una settima persona sottoposta a fermo per l'omicidio del 52enne Fabio Ravasio, ucciso il 9 agosto mentre pedalava in bicicletta a Parabiago. Si tratta di un meccanico 40enne che, secondo l'accusa, avrebbe sistemato l'Opel Corsa di colore nero utilizzata dai presunti complici per investire la vittima. Intanto continuano ad addensarsi ombre sulla vita de "la mantide di Parabiago", al secolo Adilma Pereira Carneiro, la 49enne brasiliana in carcere con l'accusa di aver progettato l'omicidio del compagno. Secondo quanto apprende La Repubblica, la donna era un'adepta della religione afrobrasiliana del Candomblè, un culto basato sulla venerazione degli orishas - divinità importate dagli schiavi di etnia Yoruba provenienti dalle colonie portoghesi dell'Africa - che derivano da un'entità chiamata Olorun. Lo avrebbe rivelato l'ultimo amante dell'indagata, anche lui in carcere con l'ipotesi di aver preso parte al piano criminale, precisando che era solita partecipare a riti spirituali e "ricevere in corpo gli spiriti".
La guida spirituale e i rituali della "mantide"
Sembra che Adilma fosse molto legata a un pai de santo, una guida spirituale che l'avrebbe guidata e consigliata nelle sue scelte. "Ho vissuto in Italia per alcuni mesi e ho seguito da vicino la famiglia. - racconta una persona vicina all'indagata al sito di Repubblica - Adilma era solita portare famigliari e conoscenti dal Brasile per farsi aiutare nella gestione dei suoi numerosi figli". A quanto pare la 49enne "non faceva mai un passo senza consultare il suo 'pai de santo', la sua guida spirituale che l'aiutava nei rituali per ottenere ciò che desiderava". Non solo. Sempre secondo la stessa fonte, la donna avrebbe acquistato case, automobili e aperto un'attività per garantire sostentamento economico al "santone" e ai suoi familiari. "Ha pagato intere feste per il suo centro religioso. - aggiunge l'intervistata - E di tanto in tanto portava la sua guida spirituale e suo marito in Italia per svolgere dei rituali".
I due mariti morti in circostanze sospette
Dal racconto della testimone, sembra che Adilma Pereira Carneiro fosse avida di soldi e beni materiali. Lo stesso profilo che delinea il gip di Busto Arsizio, Anna Giorgetti, nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico della 49enne per l'omicidio del compagno. "Nulla sembra essere sufficiente per lei: schiava della sua cupidigia, vuole sempre di più. - annota il giudice nel provvedimento - È una donna che mette al centro della sua esistenza il denaro". Intanto, dal passato della donna spuntano altre ombre: due precedenti mariti sarebbero morti in circostanze sospette.
Il padre del primo figlio, Igor Benedito, tra i sei arrestati per la morte del 52enne, fu assassinato in Brasile. Mentre "Michele, il suo marito italiano e padre dei tre gemelli, - rivela la fonte di Repubblica - morì giovane per un infarto, e la sua morte non fu mai indagata a fondo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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