Le iniezioni di ketamina, il corpo "congelato", i messaggi con Jennifer Aniston: gli ultimi giorni di Matthew Perry

L'attore americano avrebbe iniziato ad abusare di ketamina un mese prima della morte: ecco che cosa sono riusciti a ricostruire gli inquirenti nel corso delle indagini sul suo decesso di dieci mesi fa

Le iniezioni di ketamina, il corpo "congelato", i messaggi con Jennifer Aniston: gli ultimi giorni di Matthew Perry

La svolta arrivata nella giornata di ieri ha imposto un'accelerazione alle indagini sulla morte morte di Matthew Perry, scomparso a 54 anni nell'ottobre 2023. Le decine di perquisizioni, i numerosi telefoni sequestrati, cinque persone incriminati (di cui due già tratte in arresto) ha fatto sì che venissero portate alla luce molti inediti dettagli sugli ultimi giorni di vita dell'attore americano - star della serie "Friends" - trovato senza vita nella vasca idromassaggio della sua villa a Pacific Palisades, ricco ed elegante distretto della metropoli californiana, vicino a Malibu. La causa della morte è stata senza dubbio l'annegamento, che però è stato provocato dalla perdita dei sensi indotta dagli stupefacenti che aveva in corpo. Gli inquirenti hanno ricostruito le ultime ore di vita da imputare a chi gli ha procurato e somministrato la ketamina poco prima del bagno in vasca.

Chi sono i cinque incriminati

La polizia di Los Angeles ha dichiarato che, dietro alla morte di Perry, ci sarebbe l'azione criminale coordinata di una rete di persone tutte consapevoli della fragilità dell'attore e più che mai determinate a a sfruttare le sue debolezze per trarne profitto. Alcuni sono accusati anche di avere cercato di coprire le proprie responsabilità dopo la morte dell'attore. Cinque gli indagati: due medici, l'assistente personale della star Kenneth Iwamasa, un uomo di nome Eric Fleming (uno spacciatore) e una donna di 41 anni che si chiama Jasveen Sangha, che pare essere una spacciatrice molto attiva nel circuito losangelino (soprattutto tra i vip) tanto da essere soprannominata "Ketamine Queen". Non a caso, nella sua abitazione, sono state rinvenute ingenti quantità di ketamina, ma anche metanfetamina, xanax, coca.

I messaggi eloquenti del medico

Il forte sospetto degli inquirenti è che Sangha abbia venduto a Perry 50 dosi di ketamina per circa 11mila dollari. Di contro, il dottor Salvador Plasencia è accusato a sua volta di avere fornito (e in certi casi anche somministrato) ketamina a Perry. "Mi chiedo quanto sarebbe disposto a pagare questo imbecille", si legge in uno dei suoi messaggi inviati a settembre 2023 acquisiti dagli inquirenti grazie ai sequestri dei cellulari. Loro due si proclamano innocenti, mentre gli altri tre indagati - l'assistente dell'attore, Fleming e un secondo medico, il dottor Mark Chavez - si sono invece riconosciuti colpevoli di avere distribuito sostanze stupefacenti illegali. Ecco, dunque, che cosa sarebbe successo dieci mesi fa.

55mila dollari spesi per la ketamina

Nell'autunno 2023 e quando è cominciata la spirale di consumo di droga che ha portato Matthew Perry alla morte. Più che la ketamina, erano altre le sostanze di cui abusava più di frequentemente, come dichiarato in passato da lui stesso. È quindi probabile che l'attore abbia iniziato a farne uso ricreativo un mese prima di perdere la vita: in breve tempo il tutto si sarebbe trasformato in abuso, spingendolo poi tra le braccia della "Ketamine Queen" e di medici disposti a procurare e somministrare la sostanza in dosi sempre più elevate e pericolose. Per l'acquisto di questa sostanza Perry avrebbe speso 55mila dollari.

E così, il 10 ottobre, il dottore si era procurato dieci dosi dall'altro indagato (il medico Chavez) per poi consegnarle all'attore in un parcheggio pubblico. In tale circostanza Plasencia avrebbe iniettato una dose a Perry dentro la sua macchina; la stessa cosa sarebbe successa due giorni dopo nella villa dell'attore. Tuttavia la dose sarebbe stata più elevata, tanto da causare Perry un picco di pressione e una sorta di "congelamento" (tecnicamente di "freeze up") per cui è diventato incapace di muoversi e di parlare. Eppure, Plasencia avrebbe comunque lasciato altre dosi di ketamina a Iwamasa.

Matthew Perry entra nella spirale a fine ottobre

Perry avrebbe fatto di conseguenze uso smodato di ketamina nei giorni successivi. A somministrarla sarebbe stato soprattutto il suo assistente, al quale Plasencia aveva insegnato a fare le iniezioni. Ma Iwamasa non aveva alcun training medico e per entrambi era ormai evidente ormai come la dipendenza di Perry stesse diventando fuori controllo. In tutto questo l'artista statunitense assumeva anche altri medicinali: il medico e l'assistente ne erano perfettamente consci, ma avrebbero sottovalutato i rischi che il mix di sostanze comportava per la sua salute. Gli investigatori ipotizzano che le persone attualmente incriminate siano arrivate a porre in atto ben venti iniezioni di ketamina in quattro giorni, tre delle quali somministrate il 28 ottobre. Iwamasa, che è anche la persona che ha trovato l'attore senza vita nella vasca idromassaggio, è accusato di cospirazione per distribuire keta e di lesioni.

Le parole di affetto scambiate con Jennifer Aniston

Il giorno della sua morte, al mattino, Perry aveva cambiato diversi messaggi con la collega e amica Jennifer Aniston. È stata lei stessa, intervistata da Variety, a rivelarlo. "Ho messaggiato con lui letteralmente quella mattina - disse tra le lacrime -. Non stava soffrendo, era felice. Era sano, aveva anche smesso di fumare, si stava rimettendo in forma. Voglio che le persone sappiano che lavorava duro, che stava cercando di essere in salute".

L'attrice non avrebbe provato quindi alcuna minima sensazione del fatto che proprio in quei giorni l'amico stesse facendo un uso ormai smodato di sostanze. E nulla trapelava sul suo stato di alterazione, quanto meno non dai messaggi che Perry le ha scritto. Il processo penale contro i cinque imputati delineerà (forse) un quadro della situazione più completo.

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