Il sangue, la ricognizione, i 90 secondi: cosa ha fatto Filippo Turetta dopo l’omicidio

Dopo la seconda aggressione a Giulia nella zona industriale di Fossò, Turetta ha girovagato per le strade dei dintorni prima di avviare la fuga in montagna

Il sangue, la ricognizione, i 90 secondi: cosa ha fatto Filippo Turetta dopo l’omicidio
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Mentre la Germania ha firmato per l'estradizione e la consegna di Filippo Turetta all'Italia, emergono nuove rilevanze di quanto è accaduto nella notte tra sabato 11 e domenica 12 novembre, quando il 22enne ha ucciso la sua ex fidanzata. In particolare, dopo il video trasmesso in esclusiva dal Tg1 che mostra gli ultimi passaggi in Italia della Grande Punto guidata dal ragazzo, il Gazzettino ha visionato un altro video in cui emerge un altro dettaglio di quella notte e della tragedia che si è consumata in quella notte.

Le telecamere di sorveglianza disposte lungo le strade della zona industriale di Fossò mostrano la vettura guidata da Turetta che per una decina di minuti sembra girare senza meta per le strade. Le immagini risalirebbero ai momenti successivi alla seconda aggressione a Giulia Cecchettin, avvenuta nei pressi di un capannone, le cui telecamere hanno ripreso quelle drammatiche fasi. È qui che Giulia viene rincorsa da Filippo mentre tentava la fuga: lui la raggiunge e la spinge, facendole battere la testa e perdere i sensi. Le telecamere del parcheggio lo riprendono mentre trascina il corpo della ragazza e lo infila nel bagagliaio prima di partire.

Da quel momento girovaga per Fossò senza meta. Impossibile al momento capire il perché di questo comportamento, se sia messo alla ricerca di uno spot per fermarsi e riordinare le idee o se fosse indeciso sul da farsi. Per due volte ha attraversato le strade della zona industriale, fermandosi per 90 secondi allo stop con le luci dello stop sempre accese. Non è mai sceso dall'auto ma si è probabilmente fermato per agevolare il passaggio si un'auto che, vista l'ora, probabilmente era quella vigilanza che effettua controlli notturni nelle fabbriche di zona.

La presenza della vigilanza potrebbe anche essere il motivo per il quale Turetta non ha minimamente provato a cancellare le macchie di sangue dall'asfalto: il rischio che la vettura di controllo passasse mentre lui era impegnato nella pulizia era troppo alto. Ma dopo l'omicidio della ragazza, Turetta non ha imboccato subito la strada verso le montagne, dove poi ha effettivamente nascosto il corpo di Giulia.

Quella che sembra a tutti gli effetti una ricognizione viene spiegata con la necessità di occultare il corpo e può aver cambiato i suoi piani, decidendo di portarlo con sé verso i monti, perché non si sentiva sicuro con la vettura della vigilanza in transito per le strade. La loro presenza potrebbe aver ridotto la percezione di sicurezza di Turetta. Ma ogni valutazione dovrà essere confrontata con le dichiarazioni del 22enne.

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