Si chiama Anna Sviridenko, italiana ma di origini russe, la donna uccisa a Modena nella notte tra il 10 e l'11 giugno dall'ex marito, Andrea Paltrinieri. L'uomo, 48 anni, lunedì sera si è presentato negli uffici del Comando Provinciale dei carabinieri in via Pico della Mirandola con il cadavere della moglie nel furgone: "L'ho uccisa, il corpo è qui fuori", avrebbe ammesso. La donna si trovava nel bagagliaio del veicolo: era rannicchiata in posizione fetale e con la testa infilata in un sacchetto di plastica sigillato con un cavo elettrico. Attorno al collo aveva una cintura. L'indagato, che si trova ristretto in carcere con l'accusa di omicidio aggravato, oggi pomeriggio sarà sentito dal gip per l'interrogatorio di garanzia.
Chi è Anna Sviridenko
Anna Sviridenko, 40 anni, aveva due lauree, una in Medicina e l'altra in Odontoiatria. Ricercatrice e pubblicista, si stava specializzando in Radiologia presso l'Università di Modena e Reggio Emilia (Unimore). Lei e Andrea Paltrinieri si erano sposati due anni fa, ma la loro relazione era giunta al capolinea già da qualche tempo. Dall'unione sono nati due figli, Gregor e Giulio, uno di 3 e l'altro di 5 anni. Dopo la separazione, Anna si era trasferita in Austria dove esercitava la professione di medico. Invece lui, un ingegnere informatico, era ritornato a vivere con i genitori, in zona Maserati a Modena.
La battaglia per l'affidamento dei figli
La 40enne aveva avviato davanti all'autorità giudiziaria di Innsbruck (Austria) una procedura per ottenerne l'affidamento esclusivo dei figli. Il 17 maggio 2023, il tribunale austriaco aveva stabilito che i bambini dovessero vivere prevalentemente con la madre, pur riconoscendo al padre il diritto di visita. A gennaio 2024, Paltrinieri aveva fatto ricorso davanti al tribunale civile di Modena per separazione giudiziale, con addebito a carico della donna, contestando la giurisdizione austriaca. Il tribunale di Modena si era riservato di decidere a maggio del 2024 sulla competenza territoriale. A febbraio scorso, la donna aveva presentato un'altra istanza al tribunale di Innsbruck per ottenere l'affidamento esclusivo dei due minori. Lunedì mattina, poche ore prima dell'omicidio, c'era stata l'ultima sentenza: il giudice aveva stabilito che i bambini dovessero vivere con la madre in Austria. Forse il movente del delitto.
Il cordoglio
In queste ore, amici e conoscenti hanno espresso vicinanza ai familiari della vittima, che vivono a San Felice sul Panaro, nel Modenese. "La nostra comunità è devastata dalla notizia della brutale uccisione di una sua specializzanda in radiologia. A nome di tutto l'Ateneo, esprimo il nostro più profondo e sentito cordoglio alla famiglia e ai suoi due figli", è il messaggio del rettore di Unimore Carlo Adolfo Porro. "Il femminicidio è un cancro che non possiamo più tollerare, una vergogna che macchia la nostra umanità, e non ci sono mezzi termini per condannarla: è un atto vile, disumano e inaccettabile. - ha spiegato Porro in una nota - È tempo che la nostra società si sollevi con forza contro questa barbarie.
Unimore non resterà a guardare". E infine: "Saremo vicini alla famiglia della vittima in questo momento di dolore insopportabile. Inoltre, intendiamo costituirci parte civile nel corso del processo che si instaurerà".
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