
Un altro possibile testimone importante di uno dei cold case più annosi d’Italia se ne va. Si tratta di Sabrina Minardi, ex amante del boss della Banda della Magliana Enrico De Pedis, detto “Renatino”: la donna nel 2008 aveva iniziato a collaborare con la giustizia sul caso Emanuela Orlandi, ma era stata ritenuta, col tempo, inattendibile. Ma lo era davvero? Oppure la sua testimonianza avrebbe potuto contribuire a chiarire molte cose del rapimento della sedicenne, sparita il 22 giugno 1983.
A dare notizia della morte di Minardi è la giornalista Raffaella Notarile, autrice del volume “La supertestimone del caso Orlandi”: “È morta serenamente - scrive su Facebook - come chi sa di aver detto la verità. Si è spenta dopo essere stata dal parrucchiere, si era fatta bionda e bella perché aspettava i suoi affetti più grandi... È morta nel sonno, Sabrina... e a me dispiace umanamente e professionalmente. Non uno, ma mille gli spunti che ha offerto e che i più non hanno voluto cogliere. Non ultima la Commissione d'inchiesta sul caso di Emanuela Orlandi”.
La collaborazione con gli inquirenti di Minardi era iniziata il 4 giugno 2008. Nel tempo la donna aveva aggiunto dettagli sempre più specifici ma anche qualche potenziale incongruenza: tuttavia, in base a delle intercettazioni, è possibile che la donna avesse paura.
In uno dei suoi racconti, Minardi spiegò di quella volta che era andata al bar Gianicolo una sera con De Pedis, subito raggiunti dall’autista del boss: “Poi è arrivata una donna, con un’altra auto. A bordo c’era una ragazza. Renatino mi disse di accompagnarla alla fine della strada delle mille curve, proprio nel punto in cui c’è un cancello da cui si entra in Vaticano, vicino al distributore. Quando arrivai al punto in cui mi avevano detto trovai un uomo con un cappello a falde larghe, una macchina targata CV, Città del Vaticano, e gli consegnai la ragazza. Era molto confusa, sembrava drogata, mi disse di chiamarsi Emanuela. Aveva i capelli tagliati pari, come mozzati. Ma io la riconobbi, in quel periodo Roma era tappezzata di manifesti con la sua foto. Quando tornai al Gianicolo e chiesi a Renatino, lui mi disse solo: ‘Se l’hai riconosciuta, è meglio che non l’hai riconosciuta’”.
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Nel 2023, in un’intervista al programma tv Quarto Grado, il magistrato Giancarlo
Capaldo aveva rivalutato la testimonianza della Minardi. Da oltre 40 anni non c’è ancora una verità sul caso Orlandi e diverse persone, che avrebbero potuto aiutare la ricerca della verità, sono venute a mancare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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