Neonati sepolti in giardino, la procura chiede il carcere per Chiara Petrolini

La procura di Parma ha fatto ricorso contro l'ordinanza con cui il gip ha disposto i domiciliari per la 22enne e chiesto la riqualificazione e chiesto che alla giovane venga contestata la soppressione di cadavere

Neonati sepolti in giardino, la procura chiede il carcere per Chiara Petrolini
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La Procura di Parma ha presentato un ricorso al Tribunale del Riesame di Bologna, chiedendo il carcere per Chiara Petrolini, le 22enne accusata di aver ucciso e seppellito i suoi due figli neonati nel giardino della villetta di famiglia a Vignale di Traversetolo, nel Parmense. In particolare nel ricorso viene chiesto che il seppellimento del bimbo, nato il 7 agosto scorso, venga qualificato come soppressione di cadavere, reato più grave dell'occultamento di cadavere contestato dal gip che, con l'ordinanza del 19 settembre, ha disposto i domiciliari per la giovane.

La nota della Procura

A motivare la decisione del ricorso è il procuratore capo Alfonso D'Avino, che coordina le indagini sulla vicenda, con una nota diffusa nella tarda mattinata di oggi. Al momento Petrolini è indagata per l'omicidio e l'occultamento di cadavere del bimbo nato ad agosto del 2024, mentre sono ancora in corso accertamenti medico legali sul neonato partorito il 12 maggio del 2023. Nel suo provvedimento, il gip aveva ritenuto sufficienti gli arresti domiciliari, impondendo all'indagata il divieto di comunicare con persone diverse da coloro che coabitano nella villetta, anche in ragione del fatto che i genitori avrebbero vigilato sulla figlia. Una conclusione non condivisa dalla Procura che, come si legge nella nota, "non ha condiviso questa impostazione del Giudice, sia per quanto riguarda il seppellimento del 7.8.2024" e "sia per quanto riguarda le esigenze cautelari, non potendo affidare a terzi - nella specie, peraltro questi stessi genitori che mai di nulla si erano accorti di ciò che avveniva in casa propria - il buon esito e l'efficacia degli arresti domiciliari".

Perché Petrolini è ai domiciliari

Il gip aveva disposto i domiciliari per la giovane in quanto "si trattava della prima esperienza detentiva" e sia in ragione "del controllo che avrebbero esercitato dai familiari conviventi", ritenuto idoneo ad evitare che la giovane potesse "attirare estranei nel suo domicilio". Nell'ordinanza dello scorso 19 settembre, il giudice per le indagini preliminari aveva altresì precisato che l'indagata "non si è pentita e mente ancora". E inoltre, sempre secondo il gip, la 22enne "ha dimostrato disprezzo per la vita umana". Il nodo da sciogliere riguarda il neonato partorito a maggio del 2023, per il quale si attendono gli esiti dell'autopsia.

Gli accertamenti cadaverici serviranno a stabilire le cause del decesso, come è stato il bimbo nato ad agosto del 2024, morto per dissanguamento. Se dagli esami risultasse che il primo figlio era vivo quando è stato dato alla luce, a Petrolini potrebbe essere contestato il duplice omicidio.

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