"Lasci Saman, altrimenti uccidiamo tutti". Le nuove dichiarazioni choc

Nordio ha firmato la rogatoria per procedere al processo in videoconferenza. E intanto spuntano le nuove dichiarazioni del legale del padre di Saman Abbas

"Lasci Saman, altrimenti uccidiamo tutti". Le nuove dichiarazioni choc

Il caso giudiziario sull’omicidio di Saman Abbas continua a destare indignazione in Italia. La giovane scomparve la notte tra il 30 aprile e l’1 maggio 2021 da Novellara: gli inquirenti hanno ipotizzato che la giovane possa essere stata uccisa dalla famiglia, poiché si era opposta a un matrimonio forzato con un cugino più vecchio, mentre sognava le nozze con un coetaneo pakistano in Italia.

Sono state rinviate a giudizio 5 persone appartenenti al nucleo famigliare allargato della 18enne: il padre Shabbar Abbas attualmente in carcere in Pakistan, la madre Nazia Shaheen ancora latitante, lo zio Danish Hasnain che ha condotto la polizia carceraria sul luogo dell’occultamento a novembre 2022, i cugini Ikram Ijaz e Noumanulaq Noumanulaq.

È proprio sulle dichiarazioni di Shabbar e Danish, tra loro fratelli, che probabilmente si concentrerà l’azione giudiziaria a fronte delle prove raccolte. In questi mesi sono stati effettuati diversi prelievi dai vestiti di Saman, e si potrà ricostruire chi l’ha uccisa e chi ne ha occultato il corpo. Danish ha affermato di essere infatti stato contattato in un secondo momento per l’occultamento, e che la morte sia avvenuta per mano di Nazia: i tabulati telefonici al momento sembrano raccontare una storia diversa, tanto che gli inquirenti italiani hanno ritenuto da sempre Danish autore materiale del delitto e Shabbar mandante.

Dal Pakistan il legale di Shabbar Akhtar Mahmood ha risposto a Quarto Grado affermando che il suo assistito “era un semplice bracciante, non un capo clan, altrimenti non sarebbe stato arrestato”. Mahmood sostiene infatti che quella della potenza degli Abbas sarebbe una leggenda inventata dal fidanzato, il pakistano in Italia Saqib, e dai media, accusati dal legale di “aver creato un mostro”. Mahmood ha chiarito inoltre di non credere nell’intercettazione in cui si sentirebbe dire il suo assistito: “L’ho uccisa io, l’ho fatto per il mio onore”. E ha commentato così i filmati delle telecamere di sorveglianza che hanno ripreso gli ultimi momenti in vita di Saman: “Non posso giudicare un video, bisogna capire se ci sono altre cose”.

Secondo Mahmood bisognerebbe indagare Saqib, ma il giovane aveva raccontato di aver ricevuto minacce da Shabbar, testimoniate da un video e da alcuni messaggi. Shabbar avrebbe inoltre detto al fratello di Saqib: “Deve lasciare Saman, altrimenti uccidiamo tutti”.

Presente in studio a Quarto Grado il legale di Saqib, Claudio Falleti, che sta cercando di portare in Italia i famigliari del giovane, così come è avvenuto per la moglie di Danish, che l’Italia ha ritenuto essere in pericolo in patria. Falleti ha liquidato l’atteggiamento di Shabbar: “Una persona che si ritiene innocente non prende un aereo il primo maggio alle 9 di mattina”. L'uomo aveva infatti lasciato l'Italia in fretta e furia dopo la scomparsa della figlia. Saqib dal canto suo sta lottando per la verità, per ottenere giustizia per il suo amore che gli scrisse: “Non ti dimenticare di me, mai, se no morirò veramente”.

Intanto ci sono due date importanti all’orizzonte: il 9 marzo 2023 il giudice di Islamabad dovrà decidere sull’eventuale rilascio su cauzione di Shabbar.

Il successivo 17 marzo si saprà invece se il processo a Shabbar in Italia si possa svolgere in videoconferenza. A questo proposito il ministro della giustizia Carlo Nordio si è attivato firmando la rogatoria internazionale per l’assistenza giudiziaria dell’imputato.

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