Omicidio Ilaria Sula, Samson scrive ai pm: "Cercava altre persone"

Cosa c’è scritto nella seconda lettera dal carcere di Mark Samson, il giovane accusato del femminicidio di Ilaria Sula

Omicidio Ilaria Sula, Samson scrive ai pm: "Cercava altre persone"
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Gli avvenimenti e le circostanze del 25 e 26 marzo 2025, quando Ilaria Sula è stata uccisa e il suo corpo è stato occultato, Mark Samson li sta fornendo a sprazzi e, come in ogni indagine, saranno tutti da verificare. In carcere accusato di femminicidio, il giovane ha scritto una nuova lettera ai pm, in cui avrebbe raccontato dettagli inediti.

Sula e Samson si sarebbero incontrati a casa di lui, nel quartiere Africano a Roma: lei avrebbe avuto con sé una borsa all’interno della quale ci sarebbero stati diversi oggetti da restituire a lui per via della relazione al capolinea. “Dalle 22.15 a mezzanotte abbiamo parlato della nostra relazione, del fatto che mi dava fastidio e mi ero stancato di aspettare e lei nel frattempo cercava altre persone con cui legare. Si era fatto tardi e quindi mi chiese se poteva rimanere a dormire da me. Le ho dato un pigiama con cui potesse dormire comoda”, esordisce Samson nella sua nuova lettera.

Ci sdraiamo sul mio letto, iniziamo a parlare delle cose belle vissute insieme, le esperienze, i viaggi, e i nomignoli che ci siamo dati. ‘Amore’, ‘tesoro’, ‘vita', per poi passare a quelli albanesi ‘shpirt', ‘zemra ime’ e a quelli filippini ‘bebe ko’, ‘mahal', ‘asawa’”, prosegue Samson, che successivamente racconta le fasi dell’accoltellamento e dell’occultamento in un dirupo in zona Capranica Prenestina.

Ho aperto tutti gli sportelli dell’auto - si legge ancora nella lettera - per vedere se il trolley entrava sui sedili al posto del portabagagli ma invano. […] Porto il trolley fuori dal condominio, era una giornata con un sole splendente, abbagliante. Vedo due ragazze che vengono nella mia direzione, le lascio passare e subito dopo sollevo il trolley senza l'aiuto di nessuno: apro il vano portabagagli e mi fermo un attimo per riprendere le forze. […] Risollevo la borsa e la sistemo sul lato destro del portabagagli e parto senza una direzione precisa. Verso le 16:30 mi fermo da un tabaccaio e compro le sigarette e un accendino”.

Il reato contestato a Samson, dai pm coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini, è omicidio aggravato dalla relazione affettiva e dall’occultamento di cadavere. Indagata anche la madre del giovane, Nors Manlapaz, per concorso in occultamento di cadavere. La donna è stata ascoltata oggi dagli inquirenti su “alcuni passaggi già abbastanza delicati ma oggi meglio specificati in maniera esaustiva”, ha detto il suo avvocato Paolo Foti, per ricostruire i momenti prima e dopo del delitto.

Quella di oggi - ha aggiunto il legale - è stata un’integrazione delle dichiarazioni già rese lo scorso 7 aprile.

La Procura aveva bisogno che venissero specificati alcuni passaggi. Nei confronti della donna, l’impianto accusatorio rimane immodificato, concorso in occultamento di cadavere. E ribadisco la totale estraneità del padre di Mark alla vicenda”.

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