Emergono nuovi dettagli sull'omicidio avvenuto all'interno dell'albergo "Nuovo Suio", a Castelforte (Latina), nel tardo pomeriggio di martedì 7 marzo. Il presunto assassino, Giuseppe Molinaro, carabiniere di 56 anni, avrebbe avuto dei trascorsi molto tormentati, sia dal punto di vista emotivo che familiare. Stando a quanto racconta il giornalista Gennaro Scala sul Corriere.it, in passato l'uomo era stato sospeso dall'Arma per comportamenti aggressivi. Al punto che gli sarebbe stata tolta anche la pistola d'ordinanza. Quando i colleghi lo hanno arrestato, nella tarda serata di ieri, il 56enne era a colloquio dallo psicoterapeuta. Nell'agguato mortale è stato ucciso Giovanni Fidaleo, 60enne di San Giorgio a Liri (provincia Frosinone) nonché proprietario dell'hotel. Mentre l'ex compagna di Molinaro, la 41enne Miriam Mignano, rimasta gravemente ferita, si trova ancora ricoverata in terapia intensiva all'ospedale Gemelli di Roma.
Il movente dell'omicidio
Da una prima ricognizione dei fatti, sembrerebbe che il movente dell'omicidio sia del tipo passionale. Miriam Mignano, che lavorava come vigilante presso l'albergo, aveva deciso di troncare la relazione con Giuseppe Molinaro per intraprenderne un'altra con Fidaleo. Tale circostanza avrebbe suscitato la reazione del carabiniere che, a quanto risulta da sommarie indiscrezioni, si è recato sul luogo del delitto per chiedere un chiarimento alla donna e recarsi insieme dal nuovo compagno di lei. Poi, però, ha aperto il fuoco contro la coppia. Dalla pistola utilizzata dal presunto assassino mancavano 7 colpi.
Chi è il presunto assassino
Un vissuto difficile, estremamente complesso e tormentato, con anche un matrimonio finito male alle spalle. Il carabiniere, originario di Teano (provincia di Caserta), è rimasto a lungo in servizio a Castelforte. Qui aveva conosciuto Miriam Mignano ed aveva stretto amicizia anche con Giovanni Fidaleo. Successivamente era stato sospeso dall'Arma per "comportamenti aggressivi", tanto che gli avevano ritirato anche l'arma di ordinanza. Dopo una lunga riabilitazione, era stato reintegrato in servizio e riassegnato alla sezione di Capua.
I suoi colleghi lo hanno arrestato mentre si trovava in seduta con il suo psicoterapeuta, a Teano, in provincia di Caserta. Ascoltato in caserma, il 56enne avrebbe confessato il delitto raccontando di aver agito in stato confusionale. Domani, giovedì 9 marzo, sarà sottoposto all'interrogatorio di convalida del fermo.
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