"Spazzate via le speculazioni, la morte di Sharon non sia vana". Il dolore dei Verzeni

La lettera della famiglia della 33enne accoltellata a Terno d'Isola dopo il fermo e la confessione del presunto killer

"Spazzate via le speculazioni, la morte di Sharon non sia vana". Il dolore dei Verzeni
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L’emozione era palpabile fuori dalla villetta di Bottanuco, dove la famiglia di Sharon Verzeni ha incontrato la stampa dopo la notizia del fermo di Moussa Sangare, l’uomo che ha confessato di aver ucciso la 33enne a Terno d’Isola nella tarda serata del 30 luglio 2024.

A un mese dalla morte di nostra figlia, la notizia di oggi ci solleva anche perché spazza via tutte le speculazioni che sono state fatte sulla vita di Sharon e di Sergio”, ha commentato Sergio Verzeni, che in queste settimane ha tra l’altro accolto il genero Sergio Ruocco nella sua dimora, in un momento molto difficile per tutta la famiglia.

Fino a oggi, Ruocco è stato additato come femminicida da parte dell’opinione pubblica sui social network. A torto ovviamente e su nessuna base legata alle indagini per cui gli inquirenti erano al lavoro. Purtroppo l’uomo non riceverà le meritate scuse, nonostante la sua vita e quella di Sharon siano state passate al setaccio alla ricerca di un movente inesistente e nonostante lui abbia subito un lutto terribile: è il mondo dei social, dove l’anonimato la fa da padrone e dove si è troppo spesso leggeri su casi di cronaca nera come questo, che hanno causato grande dolore e paura non solo in una famiglia ma in un’intera comunità.

E, a proposito di paura, data la natura dell’omicidio - Sangare ha affermato di aver avuto “un raptus improvviso” - Bruno Verzeni, accompagnato nell’incontro con i giornalisti dalla moglie e dai figli, ha aggiunto: “Vogliamo che l'assurda morte di Sharon non sia vana e provochi una maggiore sensibilità di tutti al tema della sicurezza del nostro vivere”.

Non è mancato un ringraziamento a inquirenti e forze dell’ordine, oltre che ai propri legali: gli investigatori sono stati molto solerti nel dare risposte a un caso che ha scosso la Bergamasca e l’Italia intera. “Ringraziamo innanzitutto i carabinieri e la procura della repubblica di Bergamo per la competenza e la tenacia che hanno dimostrato - ha chiosato il papà di Sharon - Un grazie sentito ai nostri avvocati che con i loro preziosi consigli e la loro vicinanza ci hanno supportato in questo periodo doloroso. Grazie a coloro che hanno testimoniato e hanno permesso di arrivare al risultato di oggi”.

Naturalmente nessuno potrà riportare Sharon dai loro cari, l’ultimo mese è stato particolarmente duro per la

famiglia Verzeni. “Ci affidiamo a Dio, per aiutare noi e Sergio a convivere con il nostro dolore e con il pensiero di quello che nostra figlia ha subito in questi momenti”, ha concluso papà Bruno.

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