Pugni, calci e insulti: così la badante straniera aggrediva l'anziana disabile

La donna è stata arrestata per maltrattamenti a Firenze: è accusata di aver più volte malmenato l'anziana disabile che doveva assistere, giustificando gli ematomi che le causava con incidenti domestici in realtà mai avvenuti

Pugni, calci e insulti: così la badante straniera aggrediva l'anziana disabile

Era stata assunta da circa un anno per badare ad una signora disabile, ormai anziana. Peccato che, stando alle accuse, l'avrebbe più volte picchiata, aggredendola sia verbalmente che fisicamente. Protagonista della vicenda è una donna straniera di 53 anni, finita in manette nelle scorse ore a Firenze per maltrattamenti. Stando a quanto riportato dalla stampa locale l'indagine è scattata dopo la denuncia ai carabinieri presentata dal marito della vittima, per il quale le condizioni di vita della moglie di 74 anni erano ormai divenute intollerabili a causa delle violenze che continuava a subìre con allarmante regolarità. Tutto iniziò poco più di un anno fa, quando la straniera firmò un regolare contratto con il nucleo familiare della pensionata come collaboratrice domestica.

Avrebbe dovuto occuparsi di lei (anche perché sino allo scorso ottobre viveva nello stesso appartamento della coppia, visto l'alloggio fornitole dai coniugi) supportandola nella quotidianità soprattutto durante l'assenza del coniuge. Invece, sulla base di quanto ricostruito dagli inquirenti, l'assistita sarebbe stata più volte sottoposta a soprusi, vessazioni, violenze fisiche ed insulti reiterati: la persona che avrebbe dovuto prendersi cura di lei è insomma stata accusata di essersi trasformata in una vera e propria aguzzina.

In più circostanze la badante l'avrebbe ad esempio afferrata per i capelli per alzarla di peso, in altre le avrebbe scosso violentemente la testa, avrebbe volte rifilato una serie di cazzotti e calci particolarmente violenti. Il tutto condito da insulti di ogni tipo, quando l'anziana non voleva o non riusciva ad assecondare le sue richieste. Tali maltrattamenti, secondo quanto appreso, le sarebbero stati imposti a scopo punitivo e ritorsivo per la sua scarsa reattività alle sollecitazioni esterne, a causa della grave disabilità e dei disturbi cognitivi sofferti (dovuti a quanto sembra ad una malattia neurodegenerativa).

Condizioni che avrebbero a quanto pare più volte spazientito la badante, la quale invece di mostrarsi paziente e comprensiva avrebbe sistematicamente dato in escandescenze, malmenandola non di rado. Lo proverebbero anche gli ematomi e le numerose contusioni riportate dalla vittima, che la collaboratrice avrebbe tentato di giustificare con fantomatici (e poco verosimili) incidenti domestici che in realtà non sarebbero mai avvenuti.

Prove contro di lei che hanno indotto i militari dell'Arma ad arrestarla, conducendola presso il carcere locale di Sollicciano dove si trova attualmente ristretta. Il procedimento penale nei suoi confronti è tuttora pendente in fase di indagini e l’effettiva responsabilità sarà vagliata nel corso del processo. A breve potrebbero quindi esserci novità.

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