È ancora presto per parlare di femminicidio, in assenza di molti dettagli, ma sicuramente quello di Vincenza Saracino è stato un omicidio volontario. È possibile che l’autopsia, attesa per oggi, aiuti a rafforzare molte ipotesi, una su tutte: la donna conosceva il suo killer.
La ricostruzione prima della scomparsa
Sono le 17.30 del 2 luglio scorso. Come riporta La Stampa, Vincenza finisce il turno di lavoro in uno dei 5 sexy shop, quello di Preganziol (Treviso), gestiti dal marito. Fa tappa al supermercato e in tabaccheria per poi tornare a casa con la sua bicicletta elettrica, il mezzo che la donna usava per spostarsi da un luogo all’altro. Scambia alcuni messaggi con la figlia di 19 anni, ma a un certo punto cade sulla conversazione il silenzio.
Il marito Fabio Stefanato si allarma: Vincenza non fa mai tardi. Inizia a cercarla, fa il percorso inverso a quello che pensava che la moglie avrebbe fatto, ma la manca di mezz’ora. In serata l’uomo, che è stato poi interrogato, sporge denuncia di scomparsa.
La scomparsa e il ritrovamento del corpo
Le ricerche dei carabinieri iniziano a 24 ore dalla denuncia: i militari scorgono per caso, nei pressi di un casolare abbandonato, il cavalletto della bicicletta. Tra l'altro anche Stefanato ci era passato davanti senza notare nulla, ma l'erba è alta in quel punto e qualcuno ha abbandonato rifiuti, anche ingombranti. Le ricerche con le celle telefoniche non potevano essere precise: l’ultima cella agganciata dallo smartphone di Vincenza era molto ampia. Con la bici, trovano il corpo di Vincenza, il sacchetto della spesa, la sua borsa con il portafogli e lo smartphone.
La donna giace supina, presenta due ferite da arma da taglio, una mortale alla gola e una alla mandibola, oltre a graffi sul braccio e un’unghia rotta. La zip frontale della sua tuta è stata abbassata fino al seno.
Le indagini
La scena del crimine racconta già alcune cose: l’aggressione letale subita da Vincenza non era a scopo di rapina, dato che gli oggetti personali come il portafogli e lo smartphone sono stati ritrovati vicino al corpo. I graffi e l’unghia rotta indicano invece che la donna abbia provato a difendersi.
Dal primo esame medico emerge che Vincenza sia morta per dissanguamento. Purtroppo è stato difficile scorgere altri eventuali segni di violenza, che potrebbero essere stati cancellati dalla pioggia battente. È molto probabile che l’autopsia dica qualcosa in più. Per ora si ipotizza che Vincenza conoscesse bene l’assassino, che si possa essere fidata.
Gli inquirenti sono alla ricerca dei filmati della videosorveglianza nelle vicinanze, affinché si possa risalire a qualcosa di utile
che permetta di identificare il killer. Del quale, come detto, risulta ancora ignoto il movente: Vincenza era una donna piena di interessi e con un ruolo sociale. È difficile immaginare chi possa aver voluto la sua morte.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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