Incendio Rsa, la telefonata ai soccorsi: "Venite subito, c'è grande fumo"

La telefonata della addetta alla reception della Rsa ai vigili del fuoco: "C'è grande fumo, sono andata a vedere. Serve subito un intervento"

Incendio Rsa, la telefonata ai soccorsi: "Venite subito, c'è grande fumo"

"Venite proprio subito, c'è un fumo pazzesco". Con queste parole, all'1.18 di venerdì notte, l'addetta alla reception della Rsa andata a fuoco nel quartiere Corvetto, a Milano, ha chiesto a un operatore del 115 di inviare una squadra dei vigili del fuoco sul posto. Secondo gli inquirenti, la richiesta di soccorso sarebbe arrivata con dieci minuti di ritardo rispetto alla segnalazione dell'ospite della stanza 605, dove è divampato l'incendio, alla custode. Il rogo, generato da una sigaretta, ha causato la morte di 6 persone: due donne, trovate carabonizzate, è quattro degenti intossicati dai fumi. Mentre procedono gli accertamenti investigativi, è stata chiusa anche la stuttura "gemella" della "Casa per coniugi" per via degli estintori fuori uso. "Se c'è un dirigente che sapeva e che non ha fatto niente, direi che è un criminale", ha detto al Tg1 Cesare Tosi, uno degli ospiti tratti in salvo dall'incendio.

La telefonata ai soccorsi

Ad allertare il 112 è stata Alicia C.A, 54 anni, la custode della Rsa. "Avrei bisogno di un intervento nella 'Casa per coniugi' al numero 19 di via dei Cinquecento. 'Mi ha telefonato un ospite, ha detto che c’è fumo. - spiega la donna a un'opertatrice del 112 - Sono andata sopra a vedere e c’è fumo grande. Venite proprio subito. C’è un fumo pazzesco, signora". La telefonata viene dunque inoltrata ai vigili del fuoco. "Che succede?", chiede l'operatore del 115. "Mi ha telefonato prima l’ospite che c’è fumo. - ripete la donna - Poi sono andata a vedere per capire e ho visto che al primo piano usciva tanto fumo da una stanza. Poi sono scesa alla reception, ho telefonato all’infermiere che vada proprio a vedere e in realtà abbiamo bisogno del 115. Nella stanza di lei (l'ospite ndr), dove c’è tanto fumo, ci sono due persone". "Le due persone sono allettate o riescono a uscire?" chiede l'interlocutore. "Io questo non loso. So che sono due per stanza. Una è andata correndo sopra con un signore". "Ma è una residenza per anziani?",domanda l'operatore. E la receptionist: "Sì, è una residenza, una casa di riposo". "Ok, va bene. - conclude l'interlocutore - Mando subito una squadra". All'1.26 sono arrivati i primi mezzi di soccorso.

Dipendente Rsa: "In portineria davano le sigarette"

All'origine del rogo ci sarebbe una sigaretta fumata nella stanza 605, dove sono state trovate le due donne carbonizzate e da cui è divampato l'incendio. "Le sigarette gliele davano alla portineria, era una regola. Davano due o tre sigarette al giorno, a chi fumava" ha spiegato all'Ansa una dipendente che da anni lavora nella Rsa "Casa per Coniugi". "Per dire che fumavano in camera avrei dovuto vederlo - ha chiarito la donna - ma non l'ho mai visto. Però sono cose che possono capitare perché nella struttura ci sono ospiti che fumavano e ricevevano sigarette. Gliele davano una alla volta e loro andavano fuori e fumavano. Poi come facciamo a sapere se i familiari gliele davano di nascosto? Io da tanti anni che lavoro qui ricordo un ospite a cui abbiano dovuto cercare le sigarette anche nel pannolone perché sapevamo che voleva fumare". Fumare nella struttura "ovviamente non era permesso, ma che fumassero gli ospiti si sapeva e circolavano i pacchetti di sigarette - ha spiegato anche Antonio Lunanova che ha avuto per dieci anni sua zia ospite nella Rsa -.In camera non ho mai visto fumare nessuno, questo non posso dire di averlo visto ma sicuramente nei corridoi".

I sensori guasti da un anno

A quanto risulta, i sensori antifumo erano guasti da un anno e mezzo. Il bando per la "manutenzione straordinaria degli impianti tecnologici negli immobile del Comune di Milano", che riguarda anche i controlli sull'impianto antifumo, è stato chiuso il 5 maggio. Poi, però, tutto si è fermato "perché l'azienda è stata colpita da un'interdittiva", ha spiegato il sindaco Beppe Sala. Intanto, fonti vicine alla cooperativa sociale servizi alla persona, Proges, fanno sapere che l'obbligo è di reperibilità non di presenza, e un medico era correttamente reperibile. Prima del Covid, secondo quanto apprende l'Agi, i medici però erano presenti, uno in ogni sede.

La descrizione della casa di riposto

Sul sito di Proges, la società che gestisce la Rsa comunale da 14 anni, è disponibile una descrizione della struttura. "'Casa per Coniugi” è una struttura socio sanitaria residenziale destinata ad accogliere anziani con vari livelli di non autosufficienza, che non necessitano di specifiche prestazioni ospedaliere o di tipo esclusivamente sanitario. - si legge - Possono essere ospitati anche adulti con patologie assimilabili a quelle geriatriche. Per ogni ospite viene elaborato un piano di assistenza personalizzato sulla base delle necessità individuali della persona e della sua famiglia. E’ localizzata in Via dei Cinquecento n.19, nella zona di decentramento N°4, in un quartiere popolare a sud-est di Milano.

La Residenza si sviluppa in un edificio su tre piani ed è suddivisa in 12 nuclei (di cui due nuclei Alzheimer). Attorno alla struttura, a disposizione degli ospiti, c’è uno spazio verde “Giardino Alzheimer” attrezzato con camminamenti, panchine e spazi ombreggiati".

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