Così il killer di Sharon è rimasto invisibile. Le tre vie di fuga in 850 metri

L'assassino avrebbe avuto più di una via di fuga per scappare da via Castegnate senza essere ripreso dai sistemi di videosorveglianza. Il fidanzato della 33enne: "Non penso conoscesse l'aggressore"

Così il killer di Sharon è rimasto invisibile. Le tre vie di fuga in 850 metri
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Chi ha ucciso Sharon Verzeni non ha ancora un volto né un nome. Il killer, uomo o donna che sia, potrebbe essersi allontanato dalla scena del crimine percorrendo strade alternative a quelle presidiate dai sistemi di videosorveglianza pubblica e privata. Ciò spiegherebbe, almeno in parte, l'assenza di eventuali tracce lungo via Castegnate a Terno d'Isola, in provincia di Bergamo, dove la sera del 30 luglio si è consumato il delitto. Nel mirino degli inquirenti c'è una sagoma in bicicletta ripresa da una telecamera della zona. Si tratta dell'assassino? Per rispondere a questa domanda servirebbe un testimone oculare ma, al momento, sembra che nessuna delle persone convocate in caserma abbia visto o sentito qualcosa.

Le tre vie di fuga del killer

Ci sono tre ipotetiche vie di fuga che l'aggressore potrebbe aver percorso dopo l'omicidio. La prima, da piazza VII Martiri, è quella del complesso condominiale non distante dalla banca, che è dotato di un ampio porticato e un grande cortile: il luogo perfetto in cui nascondersi. Da lì si arriva a una stradina isolata che conduce in un parcheggio. La seconda è quella che, attraverso un condominio di via Castagnate, sbuca su via don Rota e successivamente in un'area verde. La terza e ultima possibilità è che l'assassino possa essersi allontanato dal luogo del delitto passando da via Primo Maggio, che porta in via Casolini, una strada lunga e alberata.

"Sergio Ruocco non poteva volare"

Ai margini dei sospetti c'è il fidanzato di Sharon, Sergio Ruocco. Il 37enne, come hanno ribadito più volte gli investigatori in questi giorni, non è indagato. "Di certo non poteva volare", dicono fonti investigative al Corriere sottolineando il fatto che l'uomo non si è mai mosso dalla villetta di via Merelli 28, dove viveva con la compagna, la sera del delitto. "Lungo quel percorso - precisano ancora - ci sono anche telecamere private che non sono ben visibili dalla quella strada". C'è poi la testimonianza di una vicina di casa della coppia: "I carabinieri sono arrivati alle quattro di notte", assicura la donna. Ruocco dormiva quando i militari dell'Arma hanno suonato alla porta dell'abitazione per comunicargli la tragica notizia.

Il papà di Sharon: "Nessun attrito con Sergio"

Intanto la famiglia di Sharon continua a far quadrato attorno al 37enne. "Sergio è tranquillo e noi siamo tranquilli. - ribadisce il papà della 33enne, Bruno Verzeni - Siamo sicuri che non sia stato lui.

Andavano d'accordo, non ci sono mai state divergenze". L'uomo scarta l'ipotesi che la figlia conoscesse l'aggressore: "Non penso sia una persona che noi conosciamo". E infine: "Speriamo solo che sia fatta giustizia".

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