Omicidio Sharon, una maglia sporca e la paura di parlare. Cosa è stato trovato

Trovata una maglia presumibilmente sporca di sangue nei pressi del luogo in cui è stata uccisa Sharon Verzeni. Ci sono testimoni?

Omicidio Sharon, una maglia sporca e la paura di parlare. Cosa è stato trovato
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C'è un fagotto sporco, probabilmente di sangue. Forse una maglia. È stato trovato a Terno d’Isola, non lontano dal luogo in cui è stata uccisa, nella tarda serata del 30 luglio mentre era andata a passeggiare per tenersi in forma, Sharon Verzeni. La maglia, trovata dal giornalista Alessandro Politi e mostrata a UnoMattina Estate, è fatta in tessuto rosa, era situata vicino a un albero a 200 metri dalla scena del crimine, e stanotte è stata prelevata dai carabinieri per le analisi di rito. Attualmente anche i Ros sono al lavoro sul caso. Intanto Sharon è stata ricordata in una manifestazione pubblica cui hanno preso parte il marito e il padre.

Fagotto sangue Terno d’Isola

Attualmente si stanno vagliando tutte le ipotesi investigative per risolvere l’intricato caso. Le possibilità sono diverse: che ci possa essere stato uno stalker, che Sharon abbia scorto qualche attività criminale e sia stata messa a tacere con la violenza, che l’omicidio possa essere stato l’azione di un molestatore estemporaneo. Sembra verosimile che la donna non conoscesse il suo assassino: è stata aggredita su un lato della strada, per poi spostarsi su quello di fronte e chiamare il 118, raccontando di essere stata accoltellata. Ma se avesse conosciuto il killer non avrebbe fatto il suo nome ai soccorritori? E perché ha cambiato lato della strada?

Non sono solo questi gli interrogativi che circondano la vicenda. C’è chi racconta che quella zona di Terno d’Isola - un comune di circa 8mila abitanti, tra cui mille immigrati - dopo il tramonto si trasformi radicalmente: di mattina un normalissimo sobborgo con le tante attività quotidiane, di sera le strade attigue alla scena del crimine sarebbero piene di “balordi”, tanto che neppure i proprietari di cani si azzarderebbero a passeggiare in quei pressi, dove tra l’altro si parla della presunta presenza di una piazza di spaccio.

Ma su questo scenario ci sono voci contrastanti. La zona in realtà sarebbe molto viva di sera, con i cani a passeggio con i loro padroni. Ci sarebbe forse sì qualche piccola attività criminale legata allo spaccio di droga, ma non una vera e propria piazza di spaccio. E all’interno della palazzina nei pressi della scena del crimine ci sarebbe in effetti un viavai anomalo.

Per questa ragione, la domanda è doverosa: qualcuno ha visto qualcosa la sera del 30 luglio?

E se qualcuno ha visto qualcosa, perché non parla? Certo la paura potrebbe essere un’emozione plausibile in questi casi. Solo il tempo e le indagini - e il tempo delle indagini - potrebbero dire qualcosa.

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