I punti chiave
Yana Malayko è stata uccisa a sprangate e poi soffocata con un cuscino. È l'orrore che emerge dai primi accertamenti medico legali sul corpo della 23enne ucraina, il cui cadavere è stato rinvenuto lo scorso mercoledì pomeriggio in un campo al confine tra Mantova e Brescia, nel territorio di Lonato del Garda. L'ex fidanzato, il 34enne moldavo Dumitru Stratan, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Al momento, è accusato di omicidio volontario ma non è escluso che gli venga contestata l'aggravvante della premeditazione. Nel caso, rischierebbe l'ergastolo.
Le fasi dell'omicidio
Yana ha cercato di difendersi come poteva dal suo aggressore. Lo dimostrano gli ematomi sulle mani riscontrati in sede di autopsia. L'ex fidanzato l'ha colpita dapprima al volto con un oggetto contundente (forse una spranga), ferendole ripetutamente uno zigomo e la bocca. Poi l'ha soffocata sul letto, verosimilmente con un cuscino. Stando a quanto scrive il Corriere della Sera, il presunto killer avrebbe provato ad infilare il cadavere in una valigia: non ci è riuscito. Quindi, ha recuperato un grosso sacco della spazzatura, lo stesso che si distingue chiaramente in un filmato estratto dalle telecamere di sorveglianza della palazzina in cui abitava la 23enne, a Castiglione delle Stiviere. Dopodiché ha caricato il corpo senza vita della giovane nel baule dell'auto e si è diretto nei boschi alla periferia di Mantova, dove ha occultato il cadavere sotto una catasta di legna. Quanto all'arma del delitto, non è stata ancora ritrovata.
I dubbi sulla premeditazione del delitto
La sera del 20 gennaio, Yana si trovava a cena fuori col suo nuovo fidanzato, Andrei. Poco dopo la mezzanotte, Dumitru le aveva inviato alcuni messaggi millantando di volerle portare il cane, Bulka, che "stava male". La 23enne aveva accettato di incontrarlo: lui l'ha raggiunta e poi uccisa. C'è però un dettaglio che non è sfuggito agli investigatori. Prima che la giovane rientrasse a casa, la videosorveglianza dell'appartamento era stata disattivata. Secondo i carabinieri è molto probabile che il moldavo si sia introdotto precedentemente nell'abitazione della ex (era in possesso di una copia delle chiavi) proprio per manomettere il sistema, così da evitare che l'omicidio venisse registrato.
Se così fosse, al presunto assassino potrebbe essere contestata anche l'aggravante della premeditazione. Al momento si trova in carcere con l'accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere. Si è avvalso della facoltà di rispondere dallo scorso 21 gennaio, il giorno in cui è stato arrestato.
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