“Stiamo morendo”: così i genitori di Saman Abbas le hanno teso l’agguato

In un messaggio vocale Nazia Shaheen avrebbe teso una trappola alla figlia Saman Abbas, uccisa secondo gli inquirenti per la sua opposizione al matrimonio forzato

Screen Quarto Grado
Screen Quarto Grado

A Saman Abbas fu tesa una trappola dai genitori? È un’ipotesi che sicuramente sarà presa in esame durante il processo, per stabilire le responsabilità e la premeditazione nel sequestro, omicidio e occultamento di cadavere della 18enne. Che scomparve da Novellara la notte tra il 30 aprile e l’1 maggio 2021.

Gli imputati nel processo - che vedrà una nuova udienza il 12 maggio 2023 - sono il padre Shabbar Abbas, la madre Nazia Shaheen, lo zio Danish Hasnain, i cugini Ikram Ijaz e Noumanoulaq Noumanoulaq. Gli inquirenti ipotizzano che la giovane sia stata uccisa perché si opponeva al matrimonio forzato con un cugino in Pakistan più vecchio di 10 anni.

La trappola

La presunta trappola ai danni di Saman Abbas potrebbe essere stata tesa dalla madre, attualmente ancora latitante in Pakistan. A Quarto Grado è stato fatto ascoltare per la prima volta un messaggio vocale inviato da Nazia Shaheen alla figlia, mentre questa era in comunità: “Ti prego figlia mia, fammi sentire almeno una volta la tua voce. Stiamo morendo tutti, faremo come dici tu”.

Le telecamere di videosorveglianza hanno ripreso Saman Abbas rientrare in casa il 20 aprile 2021: era tornata per riprendersi i documenti che le sarebbero serviti per sposare il fidanzato che aveva scelto Saqib Ayub. Successivamente, il 22 aprile, le telecamere inquadrano i carabinieri giungere in casa degli Abbas e portare la giovane in caserma: è in quel momento che effettua l’ultima delle denunce contro i genitori, perché - afferma nel verbale - le avrebbero sottratto i documenti. Ai militari la ragazza aggiunge che il padre le avrebbe detto di affermare di averli persi.

L’autopsia e il processo

Il processo e le indagini intanto proseguono. Sono stati diffusi i risultati dell’autopsia: sul corpo di Saman Abbas è stata riscontrata la frattura al cornetto dello ioide, tanto da poter stabilire che la giovane è stata strangolata apparentemente a mani nude. Se ne parlerà alla prossima udienza, e ci si chiede se finalmente sarà predisposto il videocollegamento con Shabbar Abbas, attualmente in galera in Pakistan. Intanto l’udienza per la sua estradizione è stata nuovamente rinviata, stavolta al 9 maggio, per mancanza di personale.

Un po’ di sollievo

In queste settimane sono stati accolti in Italia come rifugiati i parenti di Saqib Ayub: Quarto Grado non ne ha mostrato le immagini per motivi di protezione, perché, data la potenza degli Abbas, potrebbero essere in pericolo anche in Italia.

Ayub ha realizzato un videomessaggio per ringraziare il governo italiano, il suo avvocato Claudio Falleti, l’associazione Uomini Coraggio e la stessa trasmissione Quarto Grado, per aver consentito questo o essersi fatti portavoce delle sue istanze. “Spero che non succedano più storie come quella di Saman e la mia, perché tutti devono essere liberi”, ha detto il giovane.

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