Strage di Paderno Dugnano, quando gli assassini sono i figli: i precedenti in Italia

Da Erika e Omar fino ad arrivare al triste caso di oggi, a Paderno Dugnano: il nostro Paese è purtroppo segnato da vicende familiari finite nel sangue

Strage di Paderno Dugnano, quando gli assassini sono i figli: i precedenti in Italia

La notizia del triplice omicidio di Paderno Dugnano ha sconvolto l'Italia, che nel corso della giornata di oggi ha appreso della terribile strage commessa da un ragazzo di soli 17 anni. Dopo aver dato l'allarme, il ragazzo è stato sottoposto a ore di interrogatorio, fino alla sconcertante confessione:"Li ho uccisi io". Il giovane ha ammesso di essere stato lui l'autore della morte del papà 51enne Fabio Chiarioni, della mamma 49enne Daniela Albano e del fratellino di 12 anni, Lorenzo.

Un fatto di sangue agghiacciante sul quale gli inquirenti dovranno fare chiarezza, e che ha riportato alla memoria degli italiani altri casi di cronaca altrettanto spaventosi. Vicende in cui a rendersi autori di una strage sono stati i figli.

Il caso Doretta Graneris

Era la notte del 13 novembre 1975 quando Doretta Graneris, insieme al fidanzato Guido Badini, uccise a sangue freddo cinque membri della famiglia. Doretta Graneris aveva solo 18 anni. Armata di una pistola, tolse la vita a Itala Zambon e Sergio Graneris (i suoi genitori), Romolo Zambon e Margherita Baucero (i nonni) e Paolo Graneris, suo fratello minore di soli 13 anni. L'omicidio multiplo avvenne a Vercelli e sconvolte la Nazione.

La coppia fu condannata all'ergastolo. La Graneris ottenne la libertà condizionale nel 1992, una decisione non priva di polemiche. Durante gli anni di carcere, la giovane conseguì la laurea in Architettura.

Il caso Ferdinando Carretta

Si arriva poi al 1989. Il 4 agosto 1989 l'allora 27enne Ferdinando Carretta commise un'altra strage familiare, uccidendo i genitori e il fratello minore. Fu un delitto pensato nei minimi dettagli. Dopo aver sparato ai tre familiari, Caretta nascose i corpi nel bagno di casa, pulì accuratamente la scena del crimine e gettò i cadaveri nella discarica di Viarolo. I corpi non furono mai trovati. Dopo fuggì nel Regno Unito, dove visse per un po' di tempo.

Fondamentale fu la trasmissione "Chi l'ha visto?". Fu proprio durante un'intervista che Carretta confessò il triplice omicidio. Erano già passati nove anni. Dopo essere stato riconosciuto incapace di intendere e di volere al momento del delitto, venne recluso in un ospedale psichiatrico. Ottenne la libertà vigilata nel 2004, e ottenne la piena libertà nel 2015. Affetto da una lunga malattia, è stato trovato morto il primo giugno 2023 nella sua casa di Forlì.

Il caso Pietro Maso

Tristemente conosciuto il delitto commesso da Pietro Maso. L'omicidio si consumò a Montecchia di Crosara, in provincia di Verona. Il 17 aprile 1991, Pietro Maso, all'epoca 19enne, uccise i genitori Antonio Maso e Mariarosa Tessari per impossessarsi della loro eredità. Il giovane venne aiutato dagli amici Damiano Burato (17 anni), Giorgio Carbognin (18 anni) e Paolo Cavazza (18 anni).

Maso fu arrestato il 19 aprile 1991 e condannato a 30 di reclusione, con riconoscimento dell'infermità mentale al momento del fatto. Giorgio Carbognin e Paolo Cavazza ottennero una pena di 26 anni. Damiano Burato fu condannato a 13anni.

Dopo 22 anni di reclusione, Pietro Maso ottenne la libertà nel 2013, e nel 2016 venne ricoverato in una clinica psichiatrica.

Il caso Elia Del Grande

Forse meno conosciuto è il caso di Elia Del Grande, autore della strage di Cadrezzate. Il 7 gennaio 1998 Elia Del Grande sparò al padre, alla madre e al fratello, uccidendoli. Ancora una volta il delitto venne commesso per denaro. Venne arrestato in Svizzera, durante un controllo.

Dopo 23 anni di carcere, Del Grande è andato a vivere a Telti (Olbia).

Il caso di Novi Ligure (Erika e Omar)

Un delitto rimasto ben impresso nella memoria degli italiani è quello di Novi Ligure. Il 21 febbraio 2001 a Novi Ligure (Alessandria), la 16enne Erika De Nardo, aiutata dal fidanzito 17enne Mauro Favaro, conosciuto come "Omar", uccise la madre Susanna Cassini e il fratello Gianluca di 11 anni. Nella strage avrebbe dovuto morire anche il padre della 16enne, Francesco De Nardo.

Fu una vicenda che scosse molto l'opinione pubblica, specie per la sua ferocia. Susanna Cassini fu massacrata con 40 coltellate. Erika De Nardo venne incastrata dagli audio registrati dalle microspie presenti nella caserma novese dei carabinieri. Erika De Nardo e Omar Favaro furono condannati in primo grado a 16 e 14 anni di reclusione il 14 dicembre 2001. Condanne confermate dalla corte d'appello di Torino il 30 e poi in Cassazione, il 9 aprile 2003. Negli anni di carcere, Erika De Nardo si è laureata in Filosofia (2009) e ha ricevuto il perdono del padre. Entrambi sono adesso in libertà.

Il caso Federico Bigotti

Avvicinandosi ai giorni nostri, troviamo il delitto commesso dal 22enne Federico Bigotti. Il 30 dicembre 2015, Bigotti uccise la madre Anna Maria nella sua casa di Città di Castello (Perugia). La donna venne uccisa con 8 coltellate. Subito dopo il matricidio, Bigotti postò un selfie accompagnato dal commento:"Le carezze sui graffi si sentono di più". Agli inquirenti provò a raccontare che la madre si era suicidata, ma non fu creduto. Riconosciuto incapace di intendere e di volere, è stato ricoverato in una clinica psichiatrica.

Il caso Benno Neumair

Il 4 gennaio 2021, in una villetta di Bolzano, il 31enne Benno Neumair strangolò a morte il padre Peter Neumair e la madre Laura Perselli, servendosi di un cordino impiegato nelle arrampicate. Poi gettò i corpi nel fiume Adige. I cadaveri vennero fortunatamente ritrovati e Neumair fu costretto a confessare.

Neumair è stato condannato all'ergastolo dalla Corte d'Assise di Bolzano il 19 novembre 2022. Condanna confermata anche in appello.

Il caso Paola e Silvia Zani

Sconcertante il caso di omicidio che ha visto come protagoniste le sorelle Silvia e Paola Zani. L'ex vigilessa di Temù, nel Bresciano, Laura Ziliani, è stata uccisa nella notte del 7 maggio 2021. Autrici del delitto le figlie Silvia e Paola di 26 e 19 anni.

Insieme alle due anche il 27enne Mirto Milani, fidanzato di Silvia e amante di Paola. I tre avevano un rapporto poliamoroso. Laura Ziliani è stata soffocata e sepolta. I responsabili sono accusati di omicidio volontario.

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