In queste ore di terribile choc, gli inquirenti stanno cercando di capire cosa si nasconde nella mente del 17enne autore della strage di Paderno Dugnano (Milano). Non solo, si comincia anche a pensare a quale possa essere il percorso migliore da far intraprendere a questo ragazzo, che nella notte tra il 31 agosto e il primo settembre ha ucciso il fratello minore, la madre e il padre.
Sulla questione è intervenuta Roberta Pieri, procuratore dei minorenni di Firenze. Per la procuratrice un programma di recupero potrebbe essere possibile, e ci sono degli esempi, come quello di Erika e Omar, i due ragazzi si macchiarono del duplice omicidio avvenuto il 21 febbraio 2001, conosciuto poi come delitto di Novi Ligure.
"La premessa è la 'resipiscenza', ovvero la consapevolezza del proprio errore e il ravvedimento, che si spera un minore possa raggiungere dopo essersi macchiato di crimini così efferati. Con questo presupposto per alcuni è stato possibile reinserirsi nella società, ma c'è bisogno che si creino particolari condizioni", ha dichiarato la procuratrice Pieri, come riportato dalle agenzie di stampa. "In diversi casi questi giovani riescono a salvarsi. E un elemento dirimente è sempre stata la possibilità di mettere a disposizione del minorenne lo strumento della cosiddetta 'messa in prova', che prevede il reinserimento fuori dal carcere attraverso il volontariato con il supporto delle comunità", ha aggiunto, come riportato da Ansa.
Insomma, una possibilità di recupero esiste, anche se a determinate condizioni. La procuratrice ricorda che con il dl Caivano i minori autori di omicidi, o di reati gravi, sono esclusi dalla messa in prova. Ne consegue che aumenterà il tempo che trascorreranno in cella. Questo incremento della severità si è però reso necessario per combattere la delinquenza giovanile, purtroppo in crescita. La messa in prova, tuttavia, viene irrimediabilmente limitata.
Come evolverà, quindi, il caso della strage di Paderno? Cosa si prospetta per il 17enne autore degli omicidi? "Ovviamente ci sarà un processo e sul fronte dell'assistenza il minore viene supportato da un costante sostegno psicologico", ha spiegato la procuratrice. "Oltre a quello penale viene inoltre aperto un procedimento amministrativo, ma sarà difficile una presa in carico con l'affidamento ai servizi sociali perché a quanto sembra nell'omicidio del 17enne ci sarebbe stata la premeditazione", ha aggiunto.
"La vicenda di Erika e Omar, autori di un'altra drammatica strage in famiglia nel 2001, ha comunque dimostrato che con i dovuti distinguo c'è la possibilità di reinserirsi. Certo, il sostegno familiare sarebbe fondamentale, ma in casi del genere quella famiglia non esiste più", ha concluso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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