"Scusaci, se puoi". Da quando è stato confermato che tutte le speranze per Giulia Cecchettin si sono spente nel lago di Barcis, in provincia di Pordenone, questo tipo di messaggi hanno inondato i social. Messaggi che provengono da ogni parte, da personaggi famosi e non, che esprimono tutta la rabbia per un finale, purtroppo, noto. "Voglio chiederti scusa da parte del genere maschile a cui appartengo e di cui mi sento lontano anni luce sempre di più. Scusa perché ci sono troppi uomini perché considerano le proprie donne un oggetto, un possesso e nulla più. Scusa", scrive Domenico.
Per sei giorni l'Italia è rimasta col fiato sospeso, ha sperato fino all'ultimo che questo caso non concludesse come i tanti, troppi, raccontati dalle cronache. La speranza era lì, sempre più flebile ma comunque c'era, anche se adombrata dalla paura che nulla sarebbe stato diverso rispetto al passato. "Lo abbiamo temuto fin dall'inizio ma abbiamo sperato fino alla fine che Giulia tornasse, che si fosse allontanata volontariamente. Oggi è un'altra triste giornata per tutti, e per tutte, noi. Un abbraccio alla famiglia", scrive Barbara d'Urso. Le fa eco Simona Ventura: "Cara Giulia, scusa se non siamo riusciti a proteggerti, se succede ogni volta e ogni volta piangiamo ma poi non riusciamo a salvare le vittime come te. Ogni volta ci interroghiamo come questo sia possibile e cosa possiamo fare di più. Le risposte, però, cadono nel vuoto. Stringo forte, fortissimo, la tua famiglia".
E ancora, dai social, arrivano i messaggi di rabbia e di dolore: "Speravamo tutti in un finale migliore ma la realtà è che abbiamo fallito tutti per l'ennesima volta, abbiamo perso l'ennesima amica e sorella. Riposa in pace, Giulia". E sono in tanti, ora, che chiedono che vengano usati i termini giusti per raccontare questa vicenda: "Giulia non è scappata, è stata rapita. Giulia non è morta, è stata uccisa. Filippo ha tolto la possibilità a Giulia di laurearsi, di vivere, di stare con la sua famiglia e con i suoi amici. Filippo ha ucciso Giulia".
Sono tanti anche i messaggi rivolti a Filippo Turretta, alcuni dei quali irriferibili perché non son altro che una sequela di insulti e di rabbia che è esplosa con violenza dalla scoperta del cadavere della ragazza. Ma sono messaggi contrapposti nella loro cruda richiesta di giustizia: "Filippo, spero davvero che tu non ti sia suicidato perché sarebbe riduttivo rispetto a ciò che ti sei permesso di fare.
Meriti di passare ogni prossimo secondo della tua vita di merda a soffrire e se potessi ti torturerei con le mie mani". E ancora: "Filippo, spero che tu ti sia suicidato perché non basterebbe una vita intera per capire quanto sia stato orribile e insensato il tuo crimine".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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