Sono riprese nel corso della mattinata le ricerche dei sei dispersi nel naufragio del veliero Bayesian a Porticello, nel Palermitano, affondato all'alba di lunedì 19 agosto. I sommozzatori dei vigili del fuoco stanno ispezionando il relitto, che si trova a 49 metri di profondità, e sono riusciti ad aprire un varco nello scafo. Ma le operazioni risultano molto complicate per la presenza di mobili e suppellettili che ostacolano il passaggio. Intanto i genitori della piccola Sophie, la bimba di un anno sopravvissuta alla tragedia, hanno lasciato l'ospedale dei Bambini di Palermo e sono stati accompagnati nella struttura alberghiera che ospita gli altri superstiti.
Le condizioni del veliero
Da una prima ispezione dei sub specializzati risulta che l'albero maestro del Bayesian è rimasto integro per almeno 50 metri e saldamente attaccato allo scafo. Dunque non sarebbe spezzato, come invece aveva rilevato il comandante dell'imbarcazione che per primo ha soccorso i naufraghi. Inoltre non sono stati evidenziati segni di collisioni con eventuali, altre barche o scogli e il veliero è inclinato di 90 metri a destra. Tuttavia serviranno altre perlustrazioni, condizioni meteo permettendo, per poter aver un quadro completo sulle reali condizioni del super-yatch battente bandiera inglese.
L'ipotesi sui dispersi intrappolati nelle cabine
Con ogni probabilità i sei dispersi sono rimasti intrappolati all'interno delle cabine che si trovano nel ponte inferiore del Bayesian (nello scafo ndr). Ma i mobili e i materiali che hanno invaso gli ambienti, dopo che il veliero ha imbarcato acqua, impedisce ai sommozzatori di avanzare. I passaggeri che mancano all'appello sono: Jonathan William Bloomer, classe 1954, manager affermato nel settore finanziario; Anne Elisabeth Judith, nata nel 1953 e sposata con Bloomer; Mike Lynch, 59 anni, il proprietario del veliero; Hannah Deia, 18 anni, la figlia di Lynch; Christopher Jude Morvillo, 60 anni, noto avvoccato statunitense e la moglie di quest'ultimo, Nada.
Perché il Bayesan è affondato
Sulla scorta delle prime risultanze investigative, la Procura di Termini Imerese sta tentando di ricostruire le cause e la dinamica del naufragio. In queste ore sta prendendo corpo l'ipotesi che, durante la tempesta, sia entrata da poppa o da prua un’enorme quantità d’acqua in pochissimo tempo, provocando così l’impennata dello scafo. Al quel punto, come hanno raccontato i sopravvissuti, in pochi secondi l'imbarcazione si è impennata ed è affondata.
Delle ventidue persone che erano a bordo, alcune sono riuscite a raggiungere il ponte mentre altre sono finite acqua. Ad ogni modo, per escludere squarci o cedimenti strutturali dello scafo i sommozzatori dovranno entrare per ispezionare dall’interno il lato appoggiato sul fondale sabbioso.
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