ITALIAN GIGOLO Se l'accompagnatore serve persino per i funerali

Si chiama Roy, fa il gigolo da 7 anni, non si concede ad appuntamenti per meno di 500 euro e si definisce “il sogno di una notte che svanisce con l’arrivo del giorno”

ITALIAN GIGOLO Se l'accompagnatore serve persino per i funerali

Pagare per fare sesso. Dov’è la novità? E’ la storia più antica del mondo. Se a farlo però sono le donne ecco che la cosa si fa più interessante. Se poi per farsi accompagnare da un uomo sono disposte a spendere tra i 500 e i 2000 euro qualche curiosità nasce spontanea. Le indagini sul tema sono piuttosto rare e non particolarmente recenti. Secondo l’associazione “Donne e qualità della vita”, due donne su 10 si sono rivolte ad un accompagnatore almeno una volta nella vita e quattro hanno pensato di farlo. A cercare di tracciare un profilo del prototipo dell’uomo oggetto dei desideri, il gigolò, ci ha pensato invece l’Eurispes che ha rilevato come, a differenza della prostituzione femminile, in quella maschile l’accompagnatore è spesso di buona cultura, capace di parlare più lingue e prevalentemente made in Italy. Noi ne abbiamo incontrato uno proprio così (Guarda il video). Si chiama Roy, è un italiano doc, fa il gigolo di professione da sette anni, non si concede ad appuntamenti per meno di 500 euro e si definisce “il sogno di una notte che svanisce con l’arrivo del giorno”.

“Basta con questo Richard Gere – ci dice Roy appena lo incontriamo – l’american gigolò rappresentato nel film è solo il frutto dell’immaginazione del regista. Non è mai esistito un personaggio così. Basta solo fare una considerazione semplice: quale donna che riesce a trovare un accompagnatore con cui sta bene e che la soddisfa è realmente disposta a cederlo alle amiche?” Altro tabù da sfatare è il sesso a tutti i costi. “Nel mio mestiere – spiega Roy - il sesso è solo un 40%, tutto il resto è interpretazione. Sono matrimoni, sono battesimi, spesso mi capita di interagire con parenti, amici, fare foto con gli sposi, che poi, magari, a distanza di tempo si domanderanno: ma chi era quello? Addirittura, mi chiamano anche per i funerali!”.

Non necessariamente dunque gli incontri finiscono con un rapporto sessuale. Molte donne “preferiscono stare in compagnia, magari anche dormire insieme” a lui ma poi tutto finisce con un assegno e una stretta di mano. “C’è da dire – aggiunge Roy – che una donna vuole sentirsi desiderata e spesso cerca nei miei occhi passione. Ora io non sono un robot e non posso desiderarle tutte!” Insomma, niente niente che si rischia di andare in bianco anche con un gigolò! Roy però ci spiega che si tratta davvero di casi rari e che lui, a dispetto di quello che si può immaginare non finge con le sue clienti per cui non si pone in uno stato di compiacimento a tutti i costi. “Il gigolò – spiega con una certa enfasi – non deve essere un cicisbeo che fa tutto quello che piace ad una donna, comportandosi da finto galante, aprendo le porte e dicendo frasi scontate. Bisogna essere se stessi. A me è capitato anche di far piangere delle donne per l’estrema sincerità con cui mi sono posto. Per non parlare di tutte le volte che ho litigato con delle clienti”.

L’impressione dai racconti di Roy è che alle donne, che paghino o meno piace sempre lo stesso tipo d’uomo che per dirla con una terminologia non troppo scomposta non è esattamente quella del bravo ragazzo. Dunque, le donne che cercano un gigolò sono spesso possessive e gelose (non cederebbero mai il loro gigolò), non vogliono essere trattate con i guanti e ovviamente hanno un’ampia disponibilità economica. Ma che altro sappiamo di loro? Come mai decidono di tirare fuori il portafoglio invece di lanciarsi semplicemente in nuove avventure? La motivazione numero uno si chiama “anonimato”. “Molto spesso - racconta Roy - mi capitano delle donne bellissime e sono io il primo a dire: come mai questa ragazza è uscita con me, e mi paga pure? Il motivo è questo: non vuole rischiare. Con me l’anonimato è garantito, nessuno verrà a sapere della sua scappatella. A volte mi cercano delle modelle di 22-23 anni e vi assicuro che in quei casi, a osservarci da fuori, sembro io il cliente e loro le escort! Quando poi non hanno problemi di riservatezza, a spingerle è spesso la solitudine. Tra chat e social network oggi ci sentiamo in realtà tutti più soli e abbiamo bisogno di sentirci bene ed essere appagati anche solo per una sera, per quello che siamo. Ecco, io sono il sogno di una notte che svanisce con l’arrivo del giorno”.

E i sogni si sa, il più delle volte hanno sempre un prezzo. Di quanto stiamo parlando? Nel caso di Roy il conto si aggira tra i 500 e i 2500 euro, cene trasferimenti ed extra esclusi ovviamente. Altro che crisi e precariato! Per chi stesse già iniziando a farci un pensierino,però, meglio non volare troppo alto: gigolò non ci si improvvisa, anche se in rete si trova di tutto, persino una guida scritta (ovviamente a pagamento) su come diventare un gigolò di successo.

“Chi fa questo mestiere – ammonisce Roy - è un lupo solitario. Non c’è il tempo per coltivare amicizie e le giornate si dividono tra lavoro, palestra, clienti e promozione della propria immagine. Il mio è un duro lavoro!”. Gli aspiranti gigolò possono considerarsi avvisati.

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