Plaude a Hollande quando propone di non dare più compiti a casa ai bambini. Del resto Maurizio Parodi, dirigente scolastico, è talmente convinto dell’inutilità dei compiti che ha scritto un libro per affermarlo al mondo intero: «Basta compiti, non è così che si impara» edizione Sonda, che ha scatenato le ire di non pochi docenti e genitori. Ma lui non demordee spera che il modello francese sbarchi anche il Italia.
Professor Parodi, allora lei tifa per Hollande?
«Io sostengo da molto tempo l’inutilità dei compiti e sono contento che vogliano abolirli in Francia dove è già vietato per legge».
Da noi invece i compiti vanno alla grande.
«È sbagliato. Non hanno alcuna motivazione, sono inutili o dannosi».
Addirittura?
«Creano discriminazioni. Nelle famiglie dove ci sono i genitori che seguono i figli funziona, mentre in quelle dove non vengono seguiti diventa un doppio disastro».
Ne fa un caso politico?
«Sociale e pedagogico. I genitori svolgono un compito improprio mentre gli insegnanti non svolgono il ruolo di educatori. Se i compiti servono per imparare allora vanno fatti a scuola, dove è presente l'insegnante ».
Questo criterio andrebbe applicato in ogni ordine e grado?
«Esatto. Oggi i docenti riempiono di compiti i ragazzi nonostante le spiegazioni fatte in classe. E questi sono comportamenti pre-razionali che accollano sui ragazzi un carico insopportabile. È follia normalizzata ».
Ma se gli studenti hanno il pomeriggio libero potrebbero dare un’occhiata ai libri, non le pare?
«Ci sono altre cose da fare. Se a mio figlio voglio far suonare uno strumento devo portarlo a lezione il pomeriggio, e questo vale per lo sport o l'inglese».
Ma i prof o le maestre sostengono che il lavoro svolto in classe non basta. Bisogna esercitarsi.
«Le cose che si insegnano a scuola si potrebbero assimilare in molto meno tempo. Ormai si impara sempre meno ascoltando per ore e ore la lettura di un libro. È un metodo verboso e ammorbante».
Ma così qualcosa in testa gli rimane.
«È dimostrato che la permanenza delle nozioni dura solo tre mesi».
E quale sarebbe il ruolo degli insegnanti?
«Dovrebbero fare regia educativa, creare ambientidi apprendimento che premettano ai ragazzi di progettare. Penso che gli alunni inizieranno a imparare quando gli insegnanti smetteranno di insegnare».
Ma suo figlio li fa i compiti a casa?
«Lui va alle elementari e abbiamo raggiunto un compromesso: svolge solo quelli per il fine settimana e mai durante le vacanze».
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