Addio a Luciano De Crescenzo

Luciano De Crescenzo, saggista, attore e conduttore televisivo, ha trasmesso e divulgato il suo amore per la mitologia e la filosofia greca

Addio a Luciano De Crescenzo

Saggista, attore e conduttore televisivo. Luciano De Crescenzo era tutto questo ma soprattutto un grande amante e divulgatore della mitologia e della filosofia greca. È morto a Roma, dov’era ricoverato da alcuni giorni, all'età di 91 anni.

L'infanzia, gli studi di matematica e il lavoro all'Ibm

De Crescenzo nasce a Napoli nel 1928, nel quartiere San Ferdinando dove frequenta le elementari insieme a Carlo Pedersoli, in arte Bud Spencer. Le nozze dei suoi genitori arrivano piuttosto tardi dal momento che a “combinarle” è una famosa sensale dell'epoca, Amalia 'a Purpessa. Da giovane lavora nell’azienda di guanti del padre dove impara a intagliare le pelli e, durante la Seconda Guerra Mondiale, si trasferisce a Cassino con la famiglia. Si laurea col massimo dei voti in ingegneria elettronica all’'Università degli Studi di Napoli Federico II. “Avrei voluto iscrivermi a Filosofia ma, mentre andavo all'università, incontrai una ragazza. Subito attaccai bottone e scoprii che anche lei stava andando lì, ma per una lezione di Matematica”, rivelerà. Entra all’Ibm e, pochi anni dopo, viene nominato vicedirettore ma, proprio quando stava per essere promosso di nuovo, lascia il lavoro per dedicarsi alla scrittura. Nel 1976, infatti, dopo aver trascorso quasi 20 anni in quella azienda, capisce che la sua vocazione è quella di “scrittore divulgatore”.

Il successo di Luciano De Crescenzo come scrittore

A determinare il suo improvviso successo è l’incontro con Maurizio Costanzo nel corso di una cena a casa di Renzo Arbore: “Durante la serata gli raccontai che avevo da poco pubblicato un libro e lui mi invitò a parlarne durante la sua trasmissione dell'epoca, Bontà loro”. In quell’occasione Costanzo mostra la copertina di Così parlò Bellavista che, fino a quel momento aveva venduto solo 5mila copie ma, a seguito di quella partecipazione televisiva, il suo libro, tra il ’76 e il ’77, vende più di 600.000 copie e viene tradotto persino in giapponese. È da quel momento che la carriera di De Crescenzo prende una svolta e lui arriva a vendere circa 18 milioni di copie nel mondo dei suoi libri (più di una ventina in totale) che vengono tradotti in 19 lingue e diffusi in 25 paesi. Tra i romanzi più importanti troviamo: Oi dialogoi (1985), Sembra ieri (1997), La distrazione (2000) e Il tempo e la felicità, con cui nel 1998 vince il Premio Cimitile. Ma sono i saggi di filosofia a dargli la fama di divulgatore culturale: Storia della filosofia greca - I Presocratici (1983), Storia della filosofia greca - Da Socrate in poi (1986), Storia della filosofia medievale (2002), Storia della filosofia moderna - da Niccolò Cusano a Galileo Galilei (2003), Storia della filosofia moderna - da Cartesio a Kant (2004), Il pressappoco (2007), Il caffè sospeso (2008), Socrate e compagnia bella (2009). E, poi, vi sono i libri storici dal titolo irriverente: Ulisse era un fico (2010), Tutti santi me compreso (2011), Fosse 'a Madonna (2012), Garibaldi era comunista e Gesù è nato a Napoli (2013). De Crescenzo, nel corso degli anni ‘80 e ’90, ha condotto sulla Rai Zeus - Le Gesta degli Dei e degli Eroi, una trasmissione sui miti e sulle leggende degli antichi greci, ritrasmessa anche da Mediaset.

Il De Crescenzo attore

De Crescenzo esordisce al cinema come attore nel film Il pap'occhio (1980), diretto dall’amico Renzo Arbore con protagonista Roberto Benigni. Nel 1982 recita in Quasi quasi mi sposo, mentre due anni dopo è il regista di Così parlò Bellavista, il film tratto dal suo best seller che ottiene un grande successo al botteghino e gli vale la vittoria del David di Donatello come miglior regista esordiente. Nel 1985 gira il seguito Il mistero di Bellavista e tre anni dopo il film a episodi 32 dicembre, tratto dal libro Oi dialogoi. Protagonista di queste pellicole, oltre alla filosofia, è la sua Napoli, di cui tesserà più volte la lodi e, con una punta di amarezza, dirà:“è come una donna capricciosa di cui sono perdutamente innamorato: per quanto mi faccia arrabbiare, non riesco a non perdonarla”. Nel 1990 recita accanto a Sophia Loren in Sabato, domenica e lunedì, diretto da Lina Wertmüller mentre nel 1995 è lui a tornare dietro la macchina da presa per dirigere e interpretare il film Croce e delizia, sempre prendendo spunto da un suo omonimo libro. Fa le sue ultime apparizioni come attore nel film per la tv Francesca e Nunziata, diretto dalla Wertmüller (2001) e in Stasera lo faccio, dove recita accanto a Raoul Bova.

Gli ultimi anni di vita

Nel 1995 Forza Italia gli propone di candidarsi ma lui rifiuta e, a chi gli chiede di schierarsi politicamente, risponde con ironia:“A quanti vogliono sapere se io sono di centro destra o di centro sinistra, io rispondo che sono del centro storico” anche se negli ultimi anni della sua vita ha invitato a votare per Emma Bonino. Nel 2000 De Crescenzo rivela di soffrire di prosopagnosia, una patologia che gli impedisce di riconoscere i volti delle persone in quanto il suo cervello non è più in grado di percepire tutti insieme i lineamenti dei volti. ''Ormai riconosco gran parte delle persone da me frequentate da sempre grazie soprattutto alla loro voce o ad alcuni segni particolari. La regista Lina Wertmuller, ad esempio, la riconosco perché ha sempre gli occhialini bianchi.

Anche il giornalista Giuliano Ferrara lo riconosco subito dalle dimensioni. Ma quando non sono esagerati nelle misure sono incapace di identificare i volti dei miei interlocutori e commetto errori imperdonabili', spiegherà De Crecenzo.

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