Adesso gli studenti devono elencare "i benefici dell'immigrazione"

Gli studenti dei licei italiani chiamati a misurarsi con l'immigrazione, ma per un libro di storia l'arrivo dei migranti comporta solo note positive

Adesso gli studenti devono elencare "i benefici dell'immigrazione"

Alcuni libri destinati ai licei fanno misurare gli studenti con esercizi incentrati sull'immigrazione. E fin qui, nulla di strano. Il quotidiano La Verità, però, ha deciso di spulciare pagina per pagina alcuni testi, riuscendo a evidenziare la presunta persistenza di una certa "propaganda migrazionista".

É il caso, per esempio, di "L' occhio della Storia. Corso integrato di storia e geografia" edito da Laterza e stilato da Andrea Giardina e Claudio Cerre. Tra i virgolettati riportati dal quotidiano diretto da Belpietro, quello secondo cui "oggi la scuola deve favorire l' integrazione dei figli degli immigrati e quindi la creazione di una società plurietnica e multiculturale". Saremmo, insomma, dalle parti dell'orientamento politico. Il testo in questione arriverebbe ad asserire quello che tanti leader politici, in questi ultimi anni, hanno sostenuto: l'arrivo dei migranti è la conditio sine qua non per la copertura delle future pensioni. I meccanismi pensionistici del Belpaese sarebbero destinati al fallimento "a meno che - si legge - non prosegua una immigrazione abbastanza consistente da ingrossare le classi in età lavorativa". Siamo alle solite, insomma. Solo che in questa circostanza, dovendoci studiare sopra, gli studenti potrebbero avere pochi margini di discussione.

Poi arriva tutta la parte dedicata alla bontà dei fenomeni migratori. I migranti, dicono gli autori, "per la maggior parte" sono "entrati in Italia legalmente, con un normale visto d' ingresso, ma poi non lo hanno rinnovato o non hanno chiesto il permesso di soggiorno". Un'affermazione quantomeno opinabile. Gli sbarchi, invece, sarebbero stati vittime di "cattiva informazione, molto allarmismo e dati spesso difficili da interpretare". La pecezione che alcuni avrebbero su questi fenomeni sarebbe del tutto distorta, tanto che l'unica visione corretta sarebbe quella per cui i migranti "sono una risorsa per i Paesi di origine perché ne alimentano l' economia inviando denaro, le cosiddette "rimesse". I migranti sono una ricchezza anche per il Paese che li riceve perché rivitalizzano la struttura demografica - con nuovi nati e un incremento della popolazione giovanile - e sostengono l' economia". Sembra di assistere a un comizio elettorale? Ma c'è dell'altro.

C'è spazio pure per una sorta di elegia riservata alle invasioni barbariche, che vengono presentate come un modello positivo: "Questo fenomeno migratorio ha contribuito alla costruzione di quel mondo romano-barbarico che è alla base della nostra Europa, quella stessa Europa che oggi si sente spaventata e minaccia dall' arrivo di masse di migranti e rifugiati". Con buona pace, per farla corta, delle nostre radici e della nostra identità latina. Finita qui? Non proprio.

Nel testo si trovano pure un altro paio di riferimenti: quello all'ostruzionismo sull'accoglienza del presidente dell'Ungheria e quello, fotografico, inerente il Festival Sabir, una manifestazione a favore dell'immigrazione organizzata da Caritas, Arci, Cgil ecc...

Il libro sembrerebbe voler rispondere a molte domande sul futuro dell'Europa. Risposte cui gli studenti possono attingere. Al lettore il compito di valutare se i punti di vista elencati siano corretti o no.

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