Prende il kalashnikov, lo arma e esce di casa per andare a caccia. Non di uccelli o cinghiali, ma di "quei due albanesi" che "non si devono permettere di dare fastdio a mia madre". Succede a Milano, quartiere Giambellino. I poliziotti hanno fermato un 42enne pregiudicato mentre domenica mattina picchiava un ragazzo del luogo cui stava chiedendo, con le maniere forti, dove poteva trovare quei "due albanesi" per fargliela pagare.
Ad avvertire gli agenti della mobile sono stati alcuni passanti: l'arrivo delle volanti ha interrotto il brutale pestaggio. Il 42enne stava ancora picchiando il ragazzo, riverso a terra, quando gli agenti lo hanno ammanettato. Gianluigi Fabio Manolo in mano aveva un fucile a canna lunga, per la precisione un Zastava M70, figlio minore del più conosciuto Kalashnikov Ak47. Il primo è la versione jugoslava del padre prodotto in Russia. Per farsi trovare pronto, Manolo si era portato un caricatore con 28 colpi e altre 20 cartucce le portava in tasca. Poteva fare una strage, considerando che l'arma in suo possesso era di quelle usate in guerra, quindi capace di sparare a raffica, e non come quelle dei collezionisti che a disposizione hanno un solo colpo alla volta.
Come riporta il Corriere, Manolo aveva appena finito di scontare i domiciliari e a fargli scattare la molla era stato il racconto della madre, la quale un giorno tornando a casa sarebbe stata importunata da due ragazzi albanesi. Così ha deciso di punirli.
Non conoscendo i nomi dei presunti aggressori, ha fermato un giovane italiano e lo ha pestato per estorcergli l'indirizzo dei due obiettivi. Ora dovrà rispondere delle accuse di possesso di arma da guerra, ricettazione (aveva una moto rubata di fronte a casa) e resistenza a pubblico ufficiale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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