"Perché è successo? Non lo so. O meglio, penso per pura e semplice invidia". È questa la spiegazione che Giovanni Vincenti si è dato relativamente all'esplosione della cascina abbandonata a Quargnento, in provincia di Alessandria, che ha provocato la morte di tre vigili del fuoco. Raggiunto telefonicamente, il proprietario dell'abitazione ha rivelato che già in passato era stato oggetto di simili azioni violente: "Negli anni ho subito diversi atti dolosi, non siamo mai stati ben acquisiti da quel paese da quando ci siamo trasferiti".
La sua è una "famiglia riservata" e probabilmente per questo "non abbiamo mai avuto grossi rapporti con il vicinato, con il paese in particolare proprio mai, ma con i vicini neanche al di là del saluto". Tuttavia "ci sono una serie di situazioni che ho chiarito bene". E proprio ieri con i carabinieri è riuscito "a dare un filo logico a tante situazioni che si sono verificate da quando eravamo lì a Quargnento e sono venute fuori due o tre ipotesi". Ha rivelato che ai militari ha svelato i nomi di qualche sospetto.
L'accusa
E proprio queste presunte invidie potrebbero essere alla base del vile gesto: "Mi hanno fatto un dispetto, volevano annientarmi e invece hanno colpito degli innocenti". Ha detto di non sapere nulla delle bombole, degli inneschi e dei timer rinvenuti all'interno della cascina. Quella della vendetta dunque si aggiunge all'altra ipotesi percorribile circa dissidi con il figlio. Ma Vincenti ha negato tutto: "Non si può dire cattiveria più grossa". Ha ammesso che ci sono stati alti e bassi: "Quando se n'è andato via di casa perché la fidanzata voleva andare a Torino, io non l'ho presa benissimo siamo stati tre o quattro mesi un pò a litigare". Ma ha precisato che "poi è finita" e adesso "non ci sono assolutamente problemi, andiamo d'amore e d'accordo".
L'uomo si è detto "distrutto dal dolore per questi tre ragazzi che sono morti sotto le macerie di casa mia dove abbiamo vissuto in armonia e amore per tanti anni". Anche perché l'edificio era stato messo su "per viverci tutta la vita e adesso è diventato un luogo di morte". Sconvolto e commosso: si è sentito così all'arrivo sul luogo dell'esplosione.
"Quando sono arrivato tre minuti dopo l'esplosione, sono stato chiamato alle 1.05, 1.10, quando ho visto quella scena non potrò mai togliermela dagli occhi. È da quel momento che verso lacrime e cerco di capire", ha dichiarato in lacrime.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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