"Alessia Pifferi non è un'assassina. Diana sedata? Da valutare"

Il sito d'informazione frontedelblog.it ha intervistato uno dei legali di Alessia Pifferi, la mamma accusata dell'omicidio della piccola Diana. "Benzodiazepine nel corpo della bimba? È tutto da vedere", ha spiegato l'avvocato Luca D'Auria

"Alessia Pifferi non è un'assassina. Diana sedata? Da valutare"

"Alessia non è cinica, assolutamente. In carcere ci parla continuamente della bambina, ovviamente come tragedia e a malincuore, senza alcun tratto di cinismo. Poi naturalmente emerge un quadro di disagio per la condizione in cui è e per quella pregressa, il disagio è indubbio, ma da cui a dire che è una cinica e spietata assassina ce ne corre". A dirlo è l'avvocato Luca D'Auria che, assieme alla collega Solange Marchignoli, difende Alessia Pifferi, la mamma accusata di aver fatto morire di sete e stenti la figlioletta Diana, di 18 mesi, dopo averla abbandonata in un appartamento alla periferia di Milano per sei giorni. Il legale, intervistato dal magazine online frontedelblog.it, ha chiarito molti aspetti della vicenda smentendo, di fatto, alcune notizie diffuse nei giorni scorsi sull'esito degli accertamenti medico legali: "È tutto da vedere", ha precisato.

Gli psicofarmaci e le chat

Gli esami chimico-forensi, disposti dalla Procura di Milano nell'ambito dell'inchiesta per omicidio volontario a carico di Alessia Pifferi, avrebbero evidenziato tracce di benzodiazepine nel corpicino della piccola Diana. Circostanza che, se fosse confermata, rischia di aggravare la posizione della 37enne. "Noi ufficialmente non ne sappiamo niente perché la relazione autoptica non è stata depositata, - ha spiegato l'avvocato D'Auria - e comunque bisogna capire dove sono state trovate, in quali parti corporee, sempre che siano state trovate, e specialmente in quale quantità, perché le tracce biologiche, di tracce biologiche infatti si tratta, eventualmente di 'benzodiazepine', è un po’ come parlare delle tracce di DNA, può esserci, dipende dove, in quale quantità, se degradato o non degradato, e se contaminato, per cui è tutto da vedere". Nei giorni scorsi sono trapelate indiscrezioni riguardanti il contenuto di alcune chat in cui Alessia Pifferi avrebbe manifestato profonda insofferenza nei confronti della figlioletta. "Non in questa maniera assoluta. - ha puntualizzato il legale - Può essere che abbia avuto dei momenti di sfogo, questo è possibile, come tutti hanno coi figli, e per fortuna non succedono tragedie di questo tipo, ma io non ho contezza di chat in cui effettivamente ci fosse un problema con questa figlia da ritenerlo una preparazione del movente omicidiario, questo sicuramente no".

"Alessia non è un'assassina"

Alessia Pifferi è stata definita una madre "assente e cinica". Affermazioni che l'avvocato D'Auria respinge con fermezza citando un episodio in cui la 37enne avrebbe interrotto una vacanza col compagno per assistere la bambina, in stato febbricitante, nonostante fosse accudita dalla nonna materna. "Non è assolutamente cinica", sono state le parole del legale. Poi, riguardo al "cambio di personalità" della sua assistita a seguito del divorzio dall'ex marito, D'Auria ha precisato: "Io non lo so non avendola conosciuta prima. Ho qualche racconto da lei, e mi sembra piuttosto che dopo il fallimento matrimoniale sia entrata in una crisi personale. Non so se questo l’abbia portata a diventare più seduttiva nelle modalità, tutto è possibile, forse è anche istintivo, no?".

La perizia psichiatrica

Il gip del Tribunale di Milano ha respinto la richiesta di una perizia psichiatrica per la 37enne che, seppur perfettamente in grado di intendere e volere, manifesterebbe una condizione di profondo disagio. "Verissimo per quanto riguarda il neuroscienziato Giuseppe Sartori dell’Università di Padova, e lo psichiatra forense Pietrini, che non sono stati autorizzati. - ha confermato l'avvocato - Questi esperti dovevano aiutare a capire l’atteggiamento e le capacità cognitive di Alessia in relazione all’ipotesi di accettazione del rischio della morte della figlia. Il dolo, anche nel caso di dolo eventuale, presuppone la rappresentazione dell’evento morte. Io ho i miei dubbi che questa donna si rappresentasse l’evento morte della bambina, il che può essere anche paradossale, a chiunque appare paradossale, però nel paradosso ci sta la capacità cognitiva dell’accusata.

Si tratta in effetti di un caso incredibile, non ci sono casi nella nostra storia giudiziaria di infanticidio per omissione in questa forma". Poi ha concluso: "Alessia è dispiaciuta totalmente, e consapevole di aver messo a repentaglio una vita umana con esiti tragici, in virtù di un suo progetto che però non prevedeva la morte della figlia".

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