Allarme bomba a Lecce per un borsone sospetto

Si sono vissuti attimi di terrore nella Galleria Mazzini, ma fortunatamente si è trattato solo di un falso allarme

Allarme bomba a Lecce per un borsone sospetto

Si sono vissuti attimi di terrore poco dopo le 21 di domenica 5 maggio nella Galleria Mazzini di Lecce. Un borsone nero, forse abbandonato da un senza tetto di passaggio, ha scatenato l'allarme bomba, ma fortunatamente si è trattato di un falso allarme. A giudicare dalle voci circolanti (fra queste anche quelle di persone che lavorano in zona) il borsone si trovava davanti al civico 61D almeno dalla tarda mattinata. Datasi la presenza di diversi obiettivi sensibili nel palazzo, la sede di Arca Sud (ex Iacp), vari studi legali e l'Ufficio esecuzione penale esterna che fa capo al Ministero della Giustizia, nel tardo pomeriggio è giunta una segnalazione alla polizia locale. Immediate le misure di sicurezza. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri della sezione radiomobile, i Vigili del Fuoco e un'ambulanza del 118. Dopo aver allontanato i curiosi che si affollavano sempre più numerosi, la zona è stata interdetta mediante l'uso di nastro bianco e rosso. Militari e agenti in un primo momento hanno osservato con molta attenzione il borsone e dato che quest'ultimo custodiva oggetti non facilmente identificabili, è stata avviata la procedura di messa in sicurezza più delicata.

Chiuso l'intero androne, messi al riparo i passanti che ancora si attardavano a curiosare, gli artificieri hanno avviato controlli dettagliati guidando a distanza il robot Pedsco Rmi 94. L'allarme bomba è presto rientrato. Nel borsone, infatti, c'erano solo alimenti scaduti, bottiglie di plastica e cianfrusaglie. Purtroppo si tratta questo del terzo intervento in appena due giorni. Il 3 maggio una chiamata anonima dal rione Castromediano segnalava la presenza di una valigetta accanto a un cancello, ma questa conteneva spazzatura.

Ben più inquietante la finta bomba ritrovata in viale Marcello Chiatante, in un'aiuola della zona industriale. L'oggetto era stato realizzato in modo tale da simulare a tutti gli effetti un ordigno, usando una bomboletta, nastro isolante, fili e un interruttore elettronico.

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