Con gli "angeli del cielo" in volo per il piccolo Andrea

In volo da Pisa a Palermo con i piloti del 31esimo stormo dell'Aeronautica Militare per salvare il piccolo Andrea

Con gli "angeli del cielo" in volo per il piccolo Andrea

"C’è un volo Pisa-Palermo, il trasporto sanitario d'urgenza di un bambino di 5 anni che ha bisogno di un trapianto di fegato. Sei pronta?". Sono le 20.20 di lunedì 6 marzo. Si parte nel giro di due ore, alle 22.20. La chiamata arriva dalla sala operativa del 31esimo stormo, con base a Roma-Ciampino. I piloti di questo reparto dell'Aeronautica Militare quotidianamente si occupano del trasporto di pazienti che, per ottenere le cure necessarie, hanno bisogno di raggiungere un ospedale lontano da casa, in Italia o all'estero. "Certo, sono pronta". Sono pronta da tre giorni: la reperibilità che avevo assicurato in attesa della telefonata. Settantadue ore simili a quelle che ogni giorno e ogni notte, a rotazione, vivono gli "angeli del cielo". Col cellulare acceso h24, pronti a partire quando c'è bisogno di loro. Non deve essere facile vivere così, in ballo c’è il bene più prezioso: la vita di qualcuno, spesso un bambino. È necessaria grande competenza tecnica, prontezza, professionalità, capacità di risolvere ogni situazione. Nessuno si può permettere il minimo errore.

Ho paura di non arrivare in tempo. Mi preparo in fretta e chiamo un taxi: alloggio a una ventina di chilometri da Ciampino e il traffico capitolino a quest’ora è scemato, ma non voglio correre rischi. Quando arrivo, l’intero equipaggio è a bordo del Falcon 900 e sta pianificando la missione: ci sono tre tratte da fare, "sortite" nel gergo tecnico (Roma-Pisa, Pisa-Palermo, Palermo-Roma), c’è maltempo, bisogna capire se la famiglia del piccolo sarà accompagnata dal personale medico e coordinarsi con l’ambulanza all’arrivo a Palermo. Decolliamo in perfetto orario e in meno di un'ora atterriamo a Pisa. (Guarda qui il video)

Non facciamo in tempo a scendere dal velivolo che il personale presente in aeroporto ha già accompagnato la famiglia del piccolo Andrea a bordo. L’intera macchina si muove con estrema rapidità: nel giro di pochi minuti si riparte.

Andrea è un bambino di 5 anni che pesa appena 9 chili a causa di una rara malattia genetica ereditata dai genitori, entrambi portatori sani. Mamma Isabella e papà Antonio lo hanno scoperto quando aveva 3 mesi e subito dopo è iniziato un lungo calvario. Ha subito il primo trapianto di fegato nel luglio 2014, ma non è andata bene perché l’organo non era compatibile. Così, a novembre dello stesso anno, è stato papà Antonio a donargli un pezzettino del suo fegato. "È stato molto coraggioso - sorride la madre – questo è il secondo trapianto e spero davvero che vada bene. Andrea non può vivere in questo modo, è così piccolo e ha già sofferto molto". La donna che ho davanti è più giovane di me, ma ha il volto segnato e gli occhi di chi ne ha passate tante. "Andiamo in questo centro a Palermo perché è pure specializzato in patologie rare. Sono certa che, se il bambino è ancora vivo, è solo grazie a loro. Questi anni non sono stati facili. Quando ha subito il precedente intervento, io e lui siamo rimasti chiusi in ospedale per 9 mesi. Non mi sono allontanata per un istante. Quando è stato dimesso, ho capito davvero che cosa significhi apprezzare la luce del sole, i colori della natura e vivere all’aria aperta".

Andrea è minuto ma è un bambino sorridente: prova a giocare e si stiracchia sulla madre. "Lui ama viaggiare ed è affezionato al personale dell’ospedale: lo coccolano tutti. Quando ci è stata comunicata l’allerta trapianto, il piccolo mi ha chiesto di preparare le patate al forno. Subito sono andata a comprarle: non volevo arrivasse a Palermo con il desiderio. So che cosa lo aspetta. Inizialmente dovevamo imbarcarci su un aereo di linea, ma il volo è saltato a causa del maltempo. Per fortuna è intervenuta l’Aeronautica Militare: ringrazio con tutto il cuore l’intero equipaggio! Con la loro gentilezza non ci fanno pesare il momento, l'ansia che abbiamo. Anche Andrea ringrazia".

I minuti corrono veloci e arriviamo a Palermo. Un'auto aspetta Andrea e la sua famiglia sulla pista.

Il viaggio di ritorno è più rilassato: la missione si è conclusa nei modi e nei tempi stabiliti. "Ora - dice il tenente colonnello Luigi A. -speriamo soltanto che il nostro piccolino stia bene".

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