Anm, Palamara adesso rivela: "Le nomine? A cena..."

La toga cacciata dall'Associazione nazionale magistrati svela come venivano assegnati gli incarichi ai colleghi

Anm, Palamara adesso rivela: "Le nomine? A cena..."

Luca Palamara ancora e sempre sotto i riflettori. L’ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati, espulso dall’organo, è sotto giudizio disciplinare – peraltro insieme a nove toghe – per l'incontro avvenuto in un hotel di Roma in cui si discuteva di nomine ai vertici delle principali procure italiane.

A tal proposito, come scritto nei giorni scorsi, la procura generale della Corte di Cassazione ha concluso la prima fase dell'istruttoria disciplinare a carico dei magistrati coinvolti nel caso Palamara e procure, richiedendo il processo alla sezione disciplinare del Consiglio Superiore della Magistratura.

Oggi Palamara, intervistato dall’Huffingtion Post, svela quello che era il meccanismo per l’assegnazione degli incarichi ai colleghi. Le nomine, dice, avvenivano a cena. "Dietro ogni nomina c’è una cena. Tante volte, però è successo che le nomine siano state negoziate prima che arrivassero nella loro sede naturale: la quinta commissione del Csm e poi il plenum", racconta candidamente all’HuffPost.

"Stabilire quale magistrato mandare in un posto e quale in un altro? In questo caso i partecipanti erano esponenti e Magistratura indipendente e Unicost. Bisogna vedere cosa fanno gli altri gruppi. Presente il manuale Cencelli? (assegnazione di ruoli politici e governativi ad esponenti di vari partiti politici o correnti in proporzione al loro peso, ndr) Ecco, si applica anche alla magistratura. Si spartiscono gli incarichi in base all’appartenenza", prosegue nella chiacchierata con l’HP. "Quante cene o incontri ho fatto dal 2007 ad oggi? Vede, dietro ogni nomina ci sono cene, discussioni, accordi tra correnti. Questo deve essere chiaro: non si muove foglia che corrente non voglia". E la politica? "L’interlocuzione con la politica c’è. Io, ad esempio, quando ero presidente dell’Anm ho incontrato tanti esponenti politici. Ritenevo di dovere parlare con tutti". Questo, insomma, lo spaccato offerto da Palamara.

Ma non è finita qui. L’ex presidente dell’Anm, infatti, parla anche delle nomine alla Direzione nazionale Antimafia e per l’esattezza a quella mancata a Nino Di Matteo, sostenendo che è stato penalizzato perché non apparteneva a una corrente.

Infine, Palamara chiosa così: "Ci sono tanti magistrati che non hanno mai fatto parte di questo sistema. Non hanno mai usato una corrente per avere un incarico. Ed è a loro che dobbiamo chiedere scusa, oltre che a tutti i cittadini…".

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