Un medico è stato arrestato con l’accusa di aver procurato la morte di due pazienti affetti da Covid-19. Si tratta del dottor Carlo Mosca, primario del Pronto Soccorso di Montichiari, in provincia di Brescia, ed è ritenuto responsabile di aver somministrato ai pazienti farmaci ad effetto anestetico e bloccante neuromuscolare.
Come si legge su Adnkronos, i fatti risalgono a marzo, durante le prime fasi dell’epidemia di Coronavirus, quando, soprattutto nel bresciano e nel bergamasco, l’elevato numero di contagiati intasavano le strutture ospedaliere. Dopo due mesi dai decessi, i Nas hanno raccolto indizi e informazioni sufficienti per ritenere che le morti siano state causate da “pratiche mediche assunte consapevolmente da un medico”, e hanno immediatamente aperto un’indagine in accordo con la Procura di Brescia. Gli inquirenti, attraverso accertamenti tecnici di medicina legale, disposti dall’autorità giudiziaria, hanno analizzato le cartelle cliniche di diversi pazienti pazienti deceduti per Covid e hanno riscontrato un peggioramento repentino delle condizioni di salute di alcuni di essi.
Effettuata l’autopsia su tre delle salme, nei tessuti e negli organi di una di esse sono state rilevate tracce di un farmaco anestetico e miorilassante, utilizzato nelle procedure di sedazione e intubazione. Tale farmaco, se non somministrato correttamente e in dosaggi errati, può effettivamente portare al decesso del paziente. Il medico agiva quindi intenzionalmente e la sua condotta criminosa consisteva nel somministrare a pazienti affetti Covid medicinali atti a provocare una depressione respiratoria letale. L'uomo è accusato di omicidio, e non solo. Il medico è ora indagato anche per il reato di falso in atto pubblico, in quanto non vi è presenza del farmaco nelle cartelle cliniche dei pazienti deceduti. Il gip del Tribunale di Brescia ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare per il medico, che si trova al momento agli arresti domiciliari, al fine di "scongiurare il pericolo di reiterazione dei reati e di inquinamento probatorio".
"Anche a voi ha chiesto di somministrare i farmaci senza intubarli?. Io non ci sto a uccidere questi solo perchè vuole liberare i letto". "Sono d'accordo con te, questo è pazzo". Queste le inquietanti parole che due infermieri che lavoravano con Mosca si sono scambiati su Whatsapp e che ora sono al vaglio degli inquirenti. Sempre da quanto emerso dalle indagini sul caso, i due infermieri si rifiutarono di obbedire agli ordini del primario e decisero di non somministrare ad un paziente il farmaco. Si legge nell'ordinanza di custodia cautelare a carico di Mosca che uno dei due infermieri "mentre era di turno quella notte, era raggiunto telefonicamente da Mosca, il quale ordinava di somministrare al paziente ricoverato dal pomeriggio a causa di severe difficoltà respiratorie causate dall'infezione Covid 19, due fiale di succinilcolina oltre a un antipsicotico e alla benzodiazepine. Trattandosi di farmaco che, secondo le sue cognizioni, aveva l'effetto di 'paralizzare i muscoli respiratori e gli altri muscoli scheretrici, senza effetto sullo stato di coscienzà, la cui dispensazione avrebbe provocato la morte del paziente per soffocamento, in assenza di intubazione (procedura che nè Mosca nè altro medico aveva previsto, la cui praticabilità era stata escluso quello stesso pomeriggio dall'anestesista, in considerazione delle condizioni critiche del paziente si rifiutava di ottemperare alla disposizione".
In seguito ai decessi avvenuti il 20 marzo, di Natale B. e Angelo P, un infermiere, che ha poi denunciato il primario, ha raccontato lo sconvolgente particolare di "averlo dovuto fermare per limitare il numero dei morti, aggiungendo di avere notato la mattina successiva nel contenitore dei rifiuti fiale vuote du succinilcolina e e di propofl. Era presente al momento della telefonata anche un medico, il quale "parimenti non somministrava il cocktail di farmaci previsto per le vie brevi da Mosca". Al momento dell'arresto, il primario, che è stato sostituito dal dottor Ciro Paolillo, "non ha lasciato trapelare particolari reazioni", riferiscono fonti investigative. "Nella mia carriera ho lavorato anche sull'elisoccorso e ne ho viste di cotte e di crude, ma mai come in quest'epidemia", affermava in un'intervista per il Corriere di Brescia quest'estate il medico, che definiva la sua "una lotta per salvare più vite possibili".
Si legge nell'ordinanza a carico del primario, scritta dal gip di Brescia, Angela Corvi: "E' verosimile che l'indagato si sia determinato a uccidere poichè mosso dalla volontà di liberare non solo e non tanto posti letto, bensì risorse strumentali ed energie umane, fisiche ed emotive, dei colleghi medici, degli infermieri e di tutti gli altri operatori del Pronto Soccorso".
Una volta appreso dell’esito delle autopsie sui due deceduti, Mosca avrebbe tentato di ostacolare le indagini. “avvicinava membri del personale per concordare una versione di comodo della vicenda, addirittura istigandoli a dichiarare il falso", si legge nell’ordinanza del gip, che prosegue: “nonostante la gran parte dei sanitari fosse a conoscenza dell'utilizzo di farmaci per intubare da parte di Mosca, al di fuori di qualsiasi protocollo o linee guida, nessuno si risolveva a denunciare il primario prima dell'esposto del 23 aprile, nè, a quanto consta, a segnalare i fatti alla competente direzione sanitaria".
Una volta appreso dell’esito delle autopsie sui due deceduti, Mosca avrebbe tentato di ostacolare le indagini. “Avvicinava membri del personale per concordare una versione di comodo della vicenda, addirittura istigandoli a dichiarare il falso", si legge nell’ordinanza del gip, che prosegue: “nonostante la gran parte dei sanitari fosse a conoscenza dell'utilizzo di farmaci per intubare da parte di Mosca, al di fuori di qualsiasi protocollo o linee guida, nessuno si risolveva a denunciare il primario prima dell'esposto del 23 aprile, nè, a quanto consta, a segnalare i fatti alla competente direzione sanitaria".
Le indagini stanno inoltre rivelando la possibilità che Mosca possa replicare gli omicidi.
“Soggetto in preda a forte stress originato (anche) dal dover fronteggiare nuovamente il crescente afflusso di casi di Covid 19" e "il replicarsi delle medesime condizioni che occasionavano i suoi delitti rende dunque altamente probabile che egli si risolva nuovamente a somministrare farmaci vietati ai pazienti più gravi per accelerarne il decesso, falsando a tal fine i dati contenuti nelle relative cartelle cliniche".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.