È entrata in camera di consiglio la Corte d'assise d'appello che deve pronunciare la sentenza nel nuovo processo per l'omicidio di Garlasco. Da questo momento la sorte di Alberto Stasi, da sempre unico indagato e unico imputato per la morte della sua fidanzata Chiara Poggi, è affidata all'analisi che i due giudici e i sei giurati popolari stanno compiendo dell'imponente materiale portato al loro esame dall'accusa e dalla difesa. La sentenza verrà emessa intorno alle 17,30.
Questa mattina, prima che la Corte si ritirasse, tutte le parti del processo hanno preso nuovamente la parola a lungo: prima il procuratore generale Laura Barbaini, che ha ribadito alla sua richiesta alla Corte di ribaltare l'esito dei primi processi, dichiarare Stasi colpevole e condannarlo a trent'anni di carcere; sul tavolo della Corte la dottoressa ha calato anche una nuova memoria difensiva, che riassume i risultati delle indagini riaperte a sette anni di distanza dall'omicidio, e che secondo l'accusa fuga o ogni dubbio residuo sulla colpevolezza di Stasi; stessa linea nell'intervento del legale di parte civile della famiglia Poggi, Gianluigi Tizzoni. Da ultimo, l'avvocato di Stasi, Angelo Giarda, che ha ripercorso ogni singolo passaggio del processo, per spiegare alla Corte che nulla in realtà può portare a indicare Stasi come il colpevole, e ha puntato il dito contro le tante lacune delle indagini, che non hanno mai davvero cercato un colpevole alternativo.
Ora, la parola alla Corte.
E su Stasi pesa oltre al rischio della condanna quello dell'arresto immediato: secondo alcune ipotesi circolate stamattina, la Procura generale potrebbe a ere chiesto alla Corte, in caso di sentenza di condanna, di ordinare l'immediata cattura dell'imputato per prevenirne i rischi di fuga. In questi caso Stasi, che è presente in aula, potrebbe venire prelevato dai carabinieri seduta stante.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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