Ecco tutti i nomi di chi vuole tenerci di nuovo chiusi in casa

Gli scienziati temono il peggio: "Più tempo si aspetta, più le misure che si prenderanno dovranno essere più dure"

Ecco tutti i nomi di chi vuole tenerci di nuovo chiusi in casa

Per molti, ormai, ci troviamo di nuovo in emergenza: con il numero di contagi in aumento (ieri si sono registrati 16.079 nuovi positivi al Coronavirus su 170.392 test), file di persone in attesa di sottoporsi al tampone, Milano divenuta ancora una volta sorvegliata speciale ed ancora tutto l'inverno da affrontare, i toni si fanno sempre più allarmistici. Poco importa che adesso la situazione sia molto diversa da quella della scorsa primavera, e che i ricoveri in ospedale siano in larga parte disposti a scopo precauzionale, come dichiarato dagli stessi medici che affrontano l'epidemia in prima persona. Secondo l'opinione di alcuni esperti, la crisi è ormai prossima, con addirittura il rischio di centinaia di morti al giorno in caso di mancate misure restrittive.

È proprio di oggi la notizia di una lettera inviata da 100 scienziati al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per chiedere loro provvedimenti più drastici. Fra i firmatari dell'accorata missiva, il fisico e presidente dell'Accademia dei Lincei Giorgio Parisi, che ha lanciato per primo l'appello, ed il rettore dell'università Normale di Pisa Luigi Ambrosio.

"Come scienziati, ricercatori, professori universitari riteniamo doveroso ed urgente esprimere la nostra più viva preoccupazione in merito alla fase attuale di diffusione della pandemia da Covid-19", si legge nel documento inviato dagli studiosi e riportato da "Repubblica". "Riteniamo utile segnalare all'attenzione delle Istituzioni, del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del Governo, nella persona del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, le stime riportate nell'articolo del Presidente dell'Accademia dei Lincei, professor Giorgio Parisi". Stime, pubblicate da "Huffington post", che parlano di centinaia di morti al giorno nel prossimo futuro.

Da qui la necessità, secondo gli scienziati, di prendere provvedimenti seri. "Il necessario contemperamento delle esigenze dell'economia e della tutela dei posti di lavoro con quelle del contenimento della diffusione del contagio deve ora lasciar spazio alla pressante esigenza di salvaguardare il diritto alla salute individuale e collettiva sancito nell'art. 32 della Carta costituzionale come inviolabile", continuano gli studiosi. "La salvaguardia dei posti di lavoro, delle attività imprenditoriali e industriali, esercizi commerciali, e le altre attività verrebbero del resto ad essere anch’esse inevitabilmente pregiudicate all’esito di un dilagare fuori controllo della pandemia che si protraesse per molti mesi".

Misure più drastiche e mirate, secondo gli scienziati, sarvirebbero del resto non solo a salvare vite, ma anche la stessa economia del Paese. "Più tempo si aspetta, più le misure che si prenderanno dovranno essere più dure, durare più a lungo, producendo quindi un impatto economico maggiore", aggiungono.

"È per questo che il contagio va fermato ora, con misure adeguate, ed è per questo che chiediamo di intervenire ora in modo adeguato, nel rispetto delle garanzie costituzionali, ma nella piena salvaguardia della salute dei cittadini, che va di pari passo ed è anch’essa necessaria e funzionale al benessere economico".

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