Papa Francesco ha accettato la rinuncia dell'arcivescovo della diocesi di Adelaide, che è sita in Australia.
Mons. Philip Edward Wilson era del resto già stato condannato dal Tribunale di Newcastle, nel maggio scorso, per aver coperto abusi sessuali ai danni di minori.
Nello specifico, gli insabbiamenti riguardano le violenze compiute da un altro sacerdote, Joseph Fletcher, che negli anni 70' aveva abusato di due seminaristi presso la regione australiana di Hunter. Lo stesso Fletcher sarebbe coinvolto in accuse riguardanti ulteriori episodi. La diocesi di Adelaide era stata commissariata da papa Bergoglio, subito dopo la pubblicazione della sentenza relativa alle mancate informazioni che Wilson avrebbe dovuto dare alle forze dell'ordine. Il monsignore, adesso, rischierebbe fino a due anni di carcere anche se il Tribunale che l'ha condannato starebbe valutando l'ipotesi degli arresti domiciliari.
Dopo lo scossone provocato dalla rinuncia del cardinale Theodore McCarrick, uno dei primi porporati a lasciare per presunti coinvolgimenti in "comportamenti sessuali impropri", è arrivata un'altra decisione del Vaticano. Anche questa relativa alla lotta contro la piaga degli abusi sessuali nella Chiesa. Molti, durante la giornata di ieri, hanno salutato con entusiasmo il "coraggio" del pontefice argentino: 'licenziare' un cardinale, del resto, è un atto abbastanza insolito. Ma l'ex arcivescovo di Buenos Aires sta procedendo con decisione in quest'opera di repulisti senza guardare troppo alle formalità.
Tornando al caso australiano, è noto che Wilson si sia autospeso emporaneamente dal magistero sacerdotale qualche tempo fa. Non erano ancora arrivate, però, le vere e proprie dimissioni. Un "ritardo", così come lo hanno considerato alcuni, che aveva fatto discutere in ambienti ecclesiastici e non. Il Papa, forse anche per dare un segnale, si era affrettato a nominare un sostituto.
Lo "tragedia nazionale" che ha interessato l'Australia ha fatto sì che il Parlamento approvasse una legge che obbliga i sacerdoti a violare il segreto confessionale pur di rivelare i nomi di chi confessa di essere colpevole di abusi o di coperture in quella sede. Una proposta che non sembra essere stata recepita con favore dagli ecclesiasitici, ma che nelle intenzioni delle istituzioni servirà a porre un freno a quello che sembrerebbe essere un fenomeno diffuso.
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