Avellino, muore sul lavoro schiacciato da un’auto

Ancora non è chiara la dinamica dell’incidente, ma sembra che il 35enne stesse caricando la macchina sul carro attrezzi

Avellino, muore sul lavoro schiacciato da un’auto

A scoprire il corpo senza vita di un operaio di 35 anni di Mercogliano, in provincia di Avellino, è stato un collega. L’uomo, schiacciato da un’autovettura nello slargo della ditta di soccorso stradale dove lavorava, è deceduto sul colpo. Ancora non è chiara la dinamica dell’incidente, ma sembra che il 35enne stava caricando la macchina sul carro attrezzi quando si sono spezzati i cavalletti che sostenevano il mezzo a quattro ruote, che gli è franato rovinosamente addosso uccidendolo. Ad indagare sono i carabinieri della compagnia di Avellino.

La salma attualmente si trova nell’obitorio dell’ospedale cittadino Giuseppe Moscati, in attesa che venga effettuata l’autopsia, mentre il veicolo che ha provocato la morte dell’operaio è stato sequestrato. Alcuni mesi fa, a Salerno, un altro lavoratore di 55 anni è morto schiacciato da un camion, L’uomo si trovava nel cortile di un deposito, a Tramonti, quando è rimasto incastrato tra la portiera e l’abitacolo del mezzo pesante. L’operaio non si era accorto che il freno a mano dell’autotreno non era stato inserito.

L’incidente sconvolse un intero paese. Il 55enne era all’interno di un deposito, in località Pendolo, quando è rimasto incastrato tra la portiera e l’abitacolo del camion. Sul posto giunsero immediatamente gli operatori sanitari del 118, avvisati dai colleghi di lavoro della vittima, ma per il 55enne non ci fu nulla da fare. I carabinieri della compagnia di Amalfi effettuarono i rilievi del caso per stabilire la dinamica dell’incidente. La salma fu sottoposta a sequestro e trasportata all'obitorio dell'ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona di Salerno.

Nel 2019 sono stati 72 i morti sul lavoro in Campania, 8 in più rispetto al 2018. Un fenomeno che continua tristemente a crescere e per il quale da tempo i sindacati chiedono l’introduzione del reato di omicidio. Chiedere l’inasprimento delle pene, però, potrebbe non essere sufficiente se le coscienze dell’intera società civile restano insensibile difronte a tali barbarie.

I lavoratori non si difendono, lavorano a testa bassa, inconsapevoli dei propri diritti. Spesso si baratta il lavoro con la paga, la sicurezza e i diritti. Il fenomeno prende sempre più piede; in Campania sono pochissimi gli ispettori del lavoro. Se volessero controllare tutte le aziende ci sarebbero controlli ogni vent’anni.

Risultato: le imprese spesso sanno che i controlli non ci saranno e lavorano nell'illegalità. Sanno che sono libere di fare tutto ma la vera lotta andrebbe fatta alle aziende non regolari, quelle che mandano a morire nei cunicoli o sui ponteggi i lavoratori perché sono senza strumenti.

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