Un bambino su otto in Italia vive in delle condizoni di povertà assoluta. Secondo un rapporto di Save the Children in totale sono ben 1 milione e 292 mila (il 14% in più rispetto al 2016).
I genitori di questi bambini - si tratta di 669 mila famiglie -hanno a disposizione solo 40 euro al mese da investire nella cultura dei figli, mentre sono poco più di 7 euro i soldi che possono spendere per l'istruzione. A questi dati allarmanti si somma il problema della scuola che non sempre riesce a colmare le disparità socio-economiche. Un 15enne su 4 - ovvero il 27,4% - è ripetente, mentre un 15enne su 2 non raggiunge nemmeno il livello minimo di competenze in lettura.
Gli alunni italiani più ansiosi
Con solo il 4% del Pil nazionale speso nel settore dell'istruzione, contro una media europea superiore di quasi un punto percentuale (4,9%), non è facile per la scuola pubblica italiana offrire una risposta adeguata alle problematiche che incontra. E una scuola non a misura di bambino genera negli alunni una forte apprensione. Gli studenti italiani, insieme a quelli portoghesi, sono infatti al primo posto nell'indice elaborato dall'Ocse sull'ansia scolastica. Il 56% studia con grande tensione; il 70% prova molta ansia prima di un test anche se preparato.
Bimbi sempre connessi
In Italia quasi un 15enne su 4 risulta collegato a Internet più di 6 ore al giorno, ben al di sopra della media Ocse ferma al 16,2%. L'età in cui un bambino riceve il primo smartphone è scesa a 11 anni e mezzo.
Il fatto ancora più inquietante è che di conseguenza sono moltissimi i ragazzi ( 6 su 10 tra i 6 e i 17) che non arrivano a svolgere, in un anno, quattro delle seguenti attività culturali: lettura di almeno un libro, sport continuativo, concerti, spettacoli teatrali, visite a monumenti e siti archeologici, visite a mostre e musei, accesso a Internet.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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