L'università americana di Harvard sta facendo da apripista mondiale alle proteste studentesche contro Israele, al punto che i manifestanti hanno issato sul pennone dell'ateneo al posto di quella a stella e strisce la bandiera palestinese oggi vessillo di Hamas, il gruppo terrorista autore della strage di ebrei del 7 ottobre scorso.
Harvard non è un'università qualsiasi, è l'università per antonomasia: fondata quattrocento anni fa, ha forgiato tre presidenti degli Stati Uniti (Roosevelt, Kennedy e Obama), uomini che hanno cambiato il mondo come il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, e di Microsoft, Bill Gates. Cosa c'entri una simile storia con i carnefici di Hamas si fa fatica a comprenderlo (se non ricorrendo all'antisemitismo), sta di fatto che quel vento sinistro sta contagiando altri templi della cultura sia in America sia in Europa (ieri si è mobilitata anche la Sorbona di Parigi).
Qui si sta superando anche il confine del pacifismo sterile e ideologico rappresentato dalla bandiera della pace. Se fare pressione per una veloce ed equa ricomposizione della crisi in atto è comprensibile e giusto, se chiedere a Israele di placare la sua furia può essere legittimo, issare la bandiera di chi nega non soltanto l'esistenza del libero e democratico stato ebraico (e più in generale di tutto l'Occidente) ma persino i più elementari diritti umani al suo interno deve fare riflettere su che razza di classe dirigente, in questo caso direi di élite, stiamo covando in grembo.
È come se durante l'ultimo conflitto mondiale chi pur stando dalla parte giusta del mondo non condivideva i bombardamenti alleati su città europee popolate di soli civili avesse esposto alla finestra la bandiera con la svastica nazista: semplicemente impensabile e infatti non è accaduto neppure una volta.
Per nessun motivo la bandiera palestinese può oggi rappresentare valori positivi o anche solo condivisibili, tanto è intrisa di sangue di innocenti.
Così come è da stupidi combattere la ricchezza invece della povertà, protestare con Israele stando con Hamas non risolverà alcunché, neppure per il povero popolo palestinese che se potesse parlare liberamente credo direbbe: cari studenti americani ed europei, grazie ma adesso facciamo cambio di bandiere e patrie; voi qui con Hamas, noi nel libero Occidente a tifare per voi (e buona fortuna).
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