Bari, accusato di tentata violenza sessuale, boss si difende: "Gli abusi non sono previsti nel mio codice"

L'uomo era stato condannato in primo grado a due anni e sette mesi, ma la corte d'Appello lo ha assolto. Si tratta di un 72enne di Palermo che, secondo l'accusa, avrebbe tentato di violentare un altro uomo in carcere

Bari, accusato di tentata violenza sessuale, boss si difende: "Gli abusi non sono previsti nel mio codice"

Era stato accusato di tentata violenza sessuale ai danni di un altro detenuto (in carcere, a sua volta, per abusi sessuali), un boss mafioso a Bari. Lui, però, si è sempre difeso dicendo che essendo un grosso esponente della mafia era impossibile che avesse tentato di violentare un altro detenuto. Si tratta di Francesco Scaglione, 72enne, palermitano. Scaglione il codice d'onore lo conosce bene e ha sempre dichiarato davanti ai giudici della corte d'Appello di Bari che "i mafiosi non commettono reati di questo tipo". E così il 72enne è stato assolto. A darne notizia è il quotidiano regionale "La Gazzetta del Mezzogiorno".

Il fatto sarebbe accaduto nel marzo del 2012. Scaglione si trovava nel carcere di Bari per il reato di associazione di stampo mafioso. Secondo l'accusa, avrebbe seguito in bagno un altro detenuto e lo avrebbe afferrato per il collo con l’unico obiettivo di violentarlo senza riuscire nel suo tentativo. La vittima era un barese di 51 anni, in carcere per presunti abusi sessuali ai danni del figlio della moglie. L'uomo riportò lesioni al collo e al torace e il distacco della retina che lo avrebbe poi costretto a diversi interventi chirurgici. Oltre ai danni morali. Secondo la procura, infatti, sarebbe stato offeso anche il decoro del 51enne. Scaglione, durante l'aggressione, avrebbe anche minacciato la sua vittima. "Ti sciolgo nell’acido" avrebbe detto, sottolineando il fatto che fosse "un grosso esponente della mafia". Ma è proprio questo che lo avrebbe salvato dall'accusa di tentata violenza sessuale.

In primo grado il boss di Palermo era stato condannato a due anni e sette mesi per questo episodio.

La corte d’Appello di Bari ha, però, ribaltato il verdetto. E il boss è stato così assolto perché il fatto non sussiste.
Secondo il medico legale, infatti, la vittima presentava lesioni compatibili con l'aggressione, ma non con una violenza sessuale.

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