Matteo Bassetti è perentorio:"La proroga dello stato di emergenza mi pare oggi un po’ anacronistica visto come stanno andando le cose: siamo il Paese migliore d'Europa per le vaccinazioni e anche per la situazione ospedaliera, tranne qualche situazione particolare come quella di Trieste. Quindi oggi dire prolunghiamo lo stato d'emergenza 'tout court' mi pare una fuga in avanti che eviterei di fare. Anzi, da una parte il ministro della Salute dice di voler prolungare e dall'altra il sottosegretario Sileri dice che torneremo a fare il Natale come abbiamo sempre fatto. Stridono un po’ questi due mondi che ci fanno vedere un Governo, almeno per quanto riguarda la sanità, un po’ disunito" ha affermato senza mezzi termini il direttore della clinica di malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova.
"Non è il momento di parlare di stato di emergenza"
Bassetti ha poi aggiunto che “oggi se si deve stringere, la decisione da prendere è quella sull'obbligo vaccinale. Se abbiamo risultati eccezionali lo dobbiamo ai vaccini, allora cerchiamo di raggiungere il 10% degli italiani scettici attraverso l'obbligo e magari li recuperiamo in questo modo. E poi, più che stringere sul Green pass, pieno di tamponi, sarebbe meglio andare nella direzione di un certificato rilasciato solo con il vaccino per alcune tipologie di lavoratori. Forse è il momento non tanto di parlare di stato di emergenza ma di cambiare strategia per avere la garanzia di una totale uscita dall'emergenza". Secondo l’infettivologo quindi, a questo punto servirebbe un cambio di passo deciso da parte del governo e del ministero della Salute. Dalle parole che ha usato si è capito che Bassetti non è per nulla in accordo con quanto ha dichiarato nei giorni scorsi il ministro Roberto Speranza, ovvero che non esclude del tutto la proroga dello stato di emergenza, in scadenza il 31 dicembre 2021.
Meglio l'obbligo vaccinale dei tamponi
Anche per quanto riguarda i tamponi, Bassetti sembra alquanto scettico sulla loro esigenza per accedere a ristoranti, teatri, palestre. Sulla sua pagina Facebook il professore ha scritto: "L'Italia è diventata un enorme tamponificio. È venuto il momento di dare una stretta al Green pass, togliendo la possibilità dei tamponi per accedere a ristoranti, bar, teatri, cinema, stadi e attività sportive e ricreative".
La sua richiesta sembra essere quella di puntare solo sui vaccini per rilasciare il certificato verde e non più sui test. "Lo stesso si potrebbe fare per i luoghi di lavoro, ma limitando il certificato ai mestieri a contatto col pubblico per cui andrebbe introdotto l'obbligo vaccinale" ha infine concluso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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