Battisti, sfogo dal carcere: "Sono stato umiliato, ora leggo Primo Levi"

Il pluriomicida è rinchiuso nella struttura di massima sicurezza a Oristano

Battisti, sfogo dal carcere: "Sono stato umiliato, ora leggo Primo Levi"

Cesare Battisti parla per la prima volta dal carcere di massima sicurezza a Oristano. L'ex terrorista dei Pac ha dialogato con gli esponenti dei Radicali Maurizio Turco e Irene Testa che, insieme agli avvocati Annamaria Uras e Rosaria Manconi dell'Unione Camere penali, lo hanno incontrato per pochi minuti. Il colloquio con Battisti è stato riferito all'agenzia AdnKronos.

"Non sono piu' la persona che ero 40 anni fa e non mi riconoscono in come mi raccontano", ha esordito il detenuto estradato dal Brasile all'inizio di gennaio. Proprio rispetto al periodo trascorso in Sud America, terminato con l'arresto in Bolivia, Battisti precisa: "Non ero latitante, avevo documenti in regola". In effetti il pluriomicida ha goduto della protezione del governo carioca fino al dicembre 2018, quando il presidente Michel Temer - nei giorni precedenti all'insediamento del neoletto Jair Bolsonaro - aveva firmato il decreto di estradizione.

Battisti non si lamenta rispetto al modo in cui viene trattato in carcere: "Le guardie sono corrette, non ho niente da dire". Poi parla dei suoi interessi culturali: "Sto scrivendo un nuovo libro", racconta, "e sto leggendo 'Se questo è un uomo'", il capolavoro di Primo Levi sulla vita nel campo di concentramento di Auschwitz.

Infine una battuta sul discusso video del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede: "Non commento, ho spento la tv e non leggo i giornali. Al mio arrivo in Italia mi sono sentito umiliato", fa sapere Battisti.

Turco e Testa hanno descritto così le condizioni di Battisti: "Lo

abbiamo trovato abbastanza bene, tranquillo. Ci ha detto che alcuni parenti hanno fatto istanza per venirlo a trovare e ci ha parlato dei suoi tre figli, di cui due in Francia e uno in Brasile. Gli mancano moltissimo".

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