Fare le fotocopie è troppo squalificante e così il Comune di Roma ha chiamato i privati per farle. E come verranno pagate queste persone? Semplice: con i soldi dei contribuenti. A riportare l'indiscrezione sul Campidoglio è Il Messaggero, in un articolo di Lorenzo De Cicco.
A quanto si apprende, nessuno tra i dipendenti comunali vuole occuparsi della mansione, ovvero ridurre i documenti stampati su carta mettendo tutto su internet. Un'operazione utile che fa parte della digitalizzione della pubblica amministrazione, prevista dal Codice dell’Amministrazione digitale, quindici anni fa.
Ma il responsabile del Dipartimento Servizi Delegati, da cui dipende l’Anagrafe, ha scritto che il Comune "non può utilizzare il personale in forza al dipartimento". E il motivo alla base di questa decisione quale sarebbe? A quanto pare è "vietato dal Contratto collettivo nazionale l’assegnazione a un’attività continuativa corrispondente a un profilo professionale inferiore".
Insomma, fare le fotocopie è troppo
squalificante. Ma, come fa notare sempre il quotidiano, in realtà due dipendenti su tre non hanno nemmeno la laurea. Insomma, a fotocopiare ci penseranno gli addetti privati alla modica cifra di 150mila euro per tre anni di servizio.
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