Bergamo, il corteo dell'esercito che porta le bare a Ferrara

Le salme sui mezzi militari diretta verso la città di Ferrara. Il forno crematorio della cittadina lombarda non riesce infatti a far fronte all’emergenza

Bergamo, il corteo dell'esercito che porta le bare a Ferrara

Una lunga marcia di morte. Nel focolaio di Bergamo, per loro, non c’è più posto. Non c’è perché le salme sono troppe anche per essere sepolte. E l’eterno riposo, troppo spesso, resta solamente una preghiera. Una colonna militare di 50 mezzi, questa mattina, si è messa in viaggio da Bergamo con decine di bare che saranno portate a Ferrara. I convogli dell’esercito sono stati scortati dai carabinieri del radiomobile fino dal casello autostradale.

Una volta arrivati, saranno distribuiti tra la Certosa di Ferrara e il cimitero di Copparo dove attenderanno le procedure per la cremazione. Si tratta di un altro drammatico corteo di mezzi, che oggi dalla città della Lombardia battono le strade deserte della pianura padana. Come quello della sera del 18 marzo scorso. Sono una lunga coda di feretri. Per i propri cari deceduti non è nemmeno stato possibile organizzare un funerale, perché le regole per contrastare la diffusione del coronavirus li vietano.

Il forno crematorio di Bergamo, infatti, non riesce a far fronte a questo periodo di emergenza. Soltanto ieri si sono registrati 88 morti nella Bergamasca. Ottantotto morti in 24 ore. Quattro morti ogni 60 minuti, arrotondando per eccesso. Una lunga colonna di mezzi militari ha percorso nella notte le vie di Bergamo trasportando fuori dalla città le salme delle vittime che non trovano più posto nel cimitero cittadino perché i tempi delle cremazioni sono diventati troppo lunghi. Un dramma nel dramma. Quelle del 18, come quelle di oggi, 21 marzo, sono salme senza riposo. Le bare, una sessantina, sono state così trasferite, oltre che a Ferrara, a Modena, in impianti del Friuli, del Piemonte e ancora a Piacenza, Parma, Rimini e Varese.

Da quando il Covid-19 ha iniziato a falcidiare la Wuhan italiana, Bergamo resta finora la provincia più colpita nel Paese, i servizi cimiteriali e le agenzie funebri sono andati in tilt. In una settimana i morti sono stati oltre 300. Per sgravare la camera mortuaria del cimitero era stato necessario nei giorni scorsi mettere in fila le bare dei defunti nella chiesa di Ognissanti, all’interno del cimitero. Ora, una nuova soluzione: l’impiego dei mezzi dell’esercito. Anche per evitare che i costi della tumulazione a distanza gravasse sulle singole famiglie già straziate dal dolore.

Nei giorni scorsi, il sindaco Giorgio Gori con una lettera ha voluto ringraziare i primi cittadini delle città che hanno accettato di accogliere i feretri. "Gentilissimo collega - scrive il primo cittadino orobico - ti contatto in questa situazione di grave crisi sanitaria causata da Covid-19 che tutti stiamo vivendo e in particolare la mia città Bergamo e la sua provincia. Come sai, la nostra area è stata particolarmente colpita".

Spiega che i decessi sono, purtroppo, numerosi. E che il cimitero è in notevole sofferenza. "La maggioranza delle famiglie ha scelto la pratica di cremazione dei propri defunti. In conseguenza di tale scelta, questa amministrazione comunale e la società concessionaria dell’impianto di cremazione, S.C.B. s.r.l.

, si trovano nella impossibilità oggettiva di gestire in modo ordinario la drammatica situazione venutasi a creare, pur lavorando ininterrottamente". Poi conclude: "In un momento tragico la vostra collaborazione e vicinanza è encomiabile".

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