"Beviamoci un caffè…". E due ragazze venete vengono raggirate al (finto) colloquo di lavoro

Le giovani di Mestre sono state truffate da due persone che hanno finto di cercare profili da segretaria per conto di una fantomatica agenzia

"Beviamoci un caffè…". E due ragazze venete vengono raggirate al (finto) colloquo di lavoro

Due ragazze si sono presentate per un colloquio di lavoro e si sono ritrovate, dopo un viaggio in macchina con i loro "futuri datori di lavoro", in un bar, dove si sono sentite dire che le posizioni non erano più disponibili, ma che potevano diventare loro complici per fare rapine in banca. È la storia, da incubo, di due giovani venete, che si sono state raggirate da due loschi figuri in quel di Mestre.

Ma facciamo un passo indietro. Le due 25enni – come racconta Il Gazzettino – si sono conosciute il giorno del "colloquio", venendo contattate da quell’agenza che aveva aperto posizioni di segreteria, una di back office e l’altra di inserimento dati.

Una delle due ragazze truffate, sotto anonimato, ha ricostruito la disavventura al quotidiano locale, confessando di vivere ora nella paura di possibili ritorsioni: "Hanno i nostri dati, i nostri recapiti, sinceramente non sono tranquilla. Certo che ci siamo rivolte ai carabinieri. Abbiano fatto una segnalazione dettagliata, come ci è stato consigliato, ma i nomi con cui si sono presentati sono risultati inesistenti e il telefono con cui ci hanno chiamate è risultato disattivato. L'ufficio? Sbaraccato nel giro di poche ore".

La vicissitudine ha inizio con il giorno di prova pratica, fissata dalle 9:30 alle 18:30, quando vengono accolte da due sconosciuti (non più che trentenni) che si qualificano essere dipendenti dell’azienda e che propongono alle giovani di andare a bersi, tutti e quattro, un caffè fuori ufficio. Ecco, è qui che le aspiranti lavoratrici vengono fatte salire in macchina per un viaggio, anche in tangenziale, verso un bar. Una delle due, temendo di essere sequestrata e di essere finita in gabbia, avvisa il fidanzato mandandogli la posizione geografica e spiegandogli la situazione. Poi l’auto arresta la corsa, fermandosi all’ingresso di un locale di Dolo.

Le ragazze si fanno coraggio e rifiutano il caffè. Al che i due uomini dicono loro che i posti di lavoro non sono più disponibili, ma che possono sempre fare attività di vendita porta a porta. Inoltre – pensate un po’… – vengono ulteriormente prese in giro con frasi del tipo: "Se volete possiamo fare delle rapine. Magari in banca".

Il tutto mostrando delle maschere di lattice, come racconta una malcapitata, che chiosa così: "Confesso che a quel punto ho avuto davvero paura, ma non mi sono mai sentita minacciata dal punto di vista sessuale. Loro comunque hanno capito che avevamo avvisato qualcuno e così ci hanno stretto la mano, lasciandoci lì, tanto, ci hanno detto, potete prendere l'autobus".

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