Boeri dà buca al Comune "razzista"

Con un tweet ha disdetto l'impegno: un semplice messaggio lanciato in un social per dire urbi et orbi che lui, l'intellettuale di sinistra e bene allineato, non parteciperà alla presentazione del suo libro a Lodi

Boeri dà buca al Comune "razzista"

Con un tweet ha disdetto l'impegno: un semplice messaggio lanciato in un social per dire urbi et orbi che lui, l'intellettuale di sinistra e bene allineato, non parteciperà alla presentazione del suo libro a Lodi, in un evento organizzato dall'amministrazione. È così che Tito Boeri ha tolto dalla sua agenda l'incontro già fissato per discutere del volume (Riprendiamoci lo Stato. Come l'Italia può ripartire) che ha scritto a quattro mani con Sergio Rizzo. Riepiloghiamo: l'8 gennaio scorso l'ex presidente dell'Inps aveva accettato di andare a Lodi, invitato dall'assessore liberale Lorenzo Maggi, per intervenire in una serie di incontri programmata dal Comune. Più di un mese dopo, e a pochi giorni dall'evento, lo stesso Boeri ha però annunciato ai follower di Twitter che non andrà a Lodi, perché nell'ottobre del 2018 «la sua amministrazione si è resa protagonista di discriminazioni nei confronti dei bambini immigrati».

C'è in tutto questo qualcosa di surreale: per una serie di motivi. Innanzitutto sarebbe interessante capire dal professor Boeri cosa hanno fatto di male i cittadini di Lodi, oltre alla «grave colpa» s'immagina di non avere votato i progressisti alle elezioni. Perché se un'amministrazione, a torto o a ragione, organizza la presentazione di un volume, lo fa ritenendo che la discussione di quel testo possa favorire la crescita della comunità. Boeri può legittimamente detestare i leghisti e soprattutto la sindaca, Sara Casanova, che nel 2018 aveva preteso una documentazione più ampia sui patrimoni delle famiglie extracomunitarie che volevano accedere a condizioni di favore per la mensa scolastica. La buona educazione e il rispetto verso la città, però, non avrebbero dovuto indurlo ad accettare l'invito per poi disdirlo così.

In questo curioso comportamento, frutto con ogni probabilità della pressione conformistica che i benpensanti progressisti sono costretti a subire, colpisce l'incapacità a distinguere tra il colore dell'amministrazione e i diritti dei lodigiani, che naturalmente non sono tutti leghisti. E lascia assai perplessi il fatto che un atteggiamento di questo tipo venga, solitamente, da chi non ha timore di frequentare ambienti politici che non smettono di esaltare come s'è visto nelle scorse settimane il partito comunista e Palmiro Togliatti, che pure organizzò in Spagna il massacro delle opposizioni anarchiche e antistaliniste. Nella Lodi dei cattivi leghisti non si va, ma evidentemente i circoli variamente ex-Pci sono tutti cenacoli di libertà e democrazia fin dai tempi del Comintern. L'amministrazione lodigiana non ha comunque cancellato l'incontro. E così giovedì 18 febbraio alle ore 21, utilizzando Zoom e in diretta Facebook sulla pagina del Comune, in ogni parte del globo sarà possibile assistere alla presentazione, che vedrà la partecipazione di Vittorio Macioce, Alan Patarga ed Elisa Serafini.

L'assessore Maggi ha infatti dichiarato di non avere cambiato idea sulla qualità del libro dopo la retromarcia dell'autore: perché in talune persone le idee e i valori possono prevalere sui pregiudizi e sulle ideologie.

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