Molti gli anni che i due boss della ‘Ndrangheta, Rocco Morabito e Francesco Pelle, hanno trascorso nel capoluogo lombardo. Sono considerati tra i sei latitanti più pericolosi e per questo motivo i loro nomi compaiono sia nell’elenco stilato dal ministero dell’Interno che in quello della Direzione centrale della polizia criminale. Il primo, 54enne, chiamato “U Tamunga”; il secondo, di anni 42, conosciuto come Ciccio Pakistan”. A parte la malavita, hanno anche un’altra cosa in comune: entrambi sono spariti dal giugno del 2018. Morabito deve scontare una pena di 30 anni per traffico di sostanze stupefacenti, Pelle è invece ricercato per associazione per delinquere di tipo mafioso e omicidio, condannato definitivamente all’ergastolo per la faida di San Luca. Per dare un esempio della loro pericolosità, gli altri quattro latitanti con loro in lista sono Matteo Messina Denaro, Giovanni Motisi, Attilio Cubeddu e Renato Cinquegranella. Entrambi i boss appartengono alla ‘Ndrangheta.
Il boss intermediario della droga in Sud America
Morabito ha iniziato la sua carriera malavitosa alla fine degli anni ottanta, prima a Messina e poi nella città meneghina. Frequentava la Milano bene, quella di San Babila e Porta Ludovica. Intermediario della cocaina in Sud America, legato a narcotrafficanti colombiani di un certo calibro. Ricercato per associazione mafiosa, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti ed altri gravi reati dal 1994, fuggito in Paraguay, era stato arrestato il 3 settembre del 2017 in Uruguay. Si trovava dietro le sbarre in attesa di essere rispedito in Italia, quando il 24 giugno dello scorso anno è riuscito a scappare facendo perdere ancora una volta le sue tracce. Potrebbe a questo punto trovarsi in uno Stato qualunque del Sud America, spalleggiato e aiutato da altri malviventi. Qualora venisse braccato dovrà scontare 30 anni.
Scappato dopo la condanna all'ergastolo
Sempre oltreconfine potrebbe trovarsi anche Ciccio Pakistan, Francesco Pelle, dal 2006 costretto alla sedia a rotelle, dopo essere stato vittima di un agguato in Calabria, ad Africo Nuovo. Sarebbe stato lui a ordinare la strage di Natale del 2006 nella quale venne uccisa Maria Strangio. Questo episodio diede vita alla successiva Strage di Duisburg.
Arrestato nel 2008 alla clinica Maugeri di Pavia, era stato poi scarcerato per motivi di salute e trasferito a Milano per essere curato al Niguarda. Quando però la sua condanna all’ergastolo è diventata definitiva, il 14 giugno del 2019 è scappato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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