Dalla grafia di Bossetti emerge uno stato conflittuale tra il mondo dei pensieri (vedi allunghi superiori) e quello delle pulsioni interiori (vedi allunghi inferiori soprattutto delle “g”). Il primo lo porta ad eccedere nella fantasia, il secondo lo predispone a non saper gestire le proprie pulsioni istintuali. Pur non potendo stabilire la colpevolezza dalla sola analisi grafologica, tuttavia possiamo senza dubbio esaminare lo stato d’equilibrio della sua personalità. Questa contemplazione di sé lo chiude in uno stato di difficile introspezione, per cui egli vive la realtà in maniera fantasiosa e strana. Infatti, la sua grafia dimostra un notevole senso estetico esasperato fino a rasentare note di vero narcisismo. Inoltre, l’occupazione totale dello spazio sul foglio sta a indicare il bisogno di essere sempre protagonista.
Possiede un tipo d’intelligenza analitico e ama, in modo quasi assillante, soffermarsi sui particolari, fino alla reiterazione di pensieri e atti. E’ ciò che potrebbe essere alla base di spunti di ossessività. Ma ciò che più colpisce nella scrittura di Massimo Bossetti è la grande confusione grafica indicata dal sovrapporsi delle varie righe tra loro.
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