Donald Wuerl, cardinale e arcivescovo di Washington, si è dimesso. Papa Francesco ha accetto l'atto con cui il porporato americano ha preferito rinunciare a quello che in linguaggio ecclesiastico viene chiamato "governo pastorale della città".
Il Santo Padre. come riportato su Vatican Insider, ha voluto manifestare gratitudine a Wuerl per la scelta operata attraverso una missiva. Non era scontato, del resto, che l'alto prelato selezionasse questa opzione.
Certo è che questa notizia rischia di sollevare un'ennesima bufera in Vaticano, considerando pure che il porporato in questione era succeduto nell'arcidiocesi della Capitale a Theodore McCarrick, l'uomo accusato di aver compiuto almeno un abuso ai danni di un minore e 'scardinalato', poche settimane fa, da Jorge Mario Bergoglio dopo che un'altra arcidiocesi, quella di New York, aveva registrato la credibilità delle accuse. McCarrick, per chi non lo ricordasse, è l'ecclesiastico che si è da poco ritirato in un convento del Kansas per una vita di preghiera e penitenza. Lo stesso che era stato posto al centro da Viganò nel suo dossier.
Il clima, negli Stati Uniti, sembra divenire sempre più tempestoso per la Chiesa cattolica. Wuerl, dopo essere stato citato a sua volta all'interno del memoriale dell'ex nunzio apostolico, era stato contestato nel bel mezzo di una celebrazione e aveva anche svelato di stare ragionando sulle dimissioni. "Io stesso - aveva specificato Viganò nel documento tramite cui ha persino chiesto a Papa Francesco di abbandonare il soglio pontificio - ho sollevato l’argomento (quello di McCarrick, ndr) con il cardinale Wuerl in diverse occasioni, e certamente non ho avuto bisogno di entrare nei dettagli perché mi è stato subito chiaro che ne era pienamente consapevole". Ma il motivo per cui il cardinale aveva ipotizzato, anzitempo, di prendere la decisione comunicata oggi e arrivata in Vaticano lo scorso 21 settembre, lo stesso per cui era stato in qualche modo sconfessato da un fedele durante una Messa in Basilica (l'uomo aveva gridato: "Vergogna!"), sarebbe ascrivibile alle accuse secondo le quali avrebbe coperto e/o mal gestito alcuni presunti casi di abusi che avrebbero visto protagonisti sacerdoti appartenenti alla diocesi di Pittsburgh, quand'era incaricato in Pennsylvania. Sarebbe stato il rapporto del Gran Giury a far scaturire il polverone che avrebbe in qualche modo portato Wuerl a dimettersi. Niente a che vedere, in fin dei conti, con il memoriale di Viganò, ma ci si aspetta che i tradizionalisti cantino comunque vittoria. Vediamo perché.
Wuerl, così come McCarrick, è stato spesso chiamato in causa dai cosiddetti "cattolici conservatori" per appartenere a quella corrente di cardinali progressisti che avrebbero preso sempre più spazio dalle parti di piazza San Pietro "grazie" all'elezione dell'ax arcivescovo di Buenos Aires. I cardinali Cupich, Tobin e Farrell sarebbero gli altri componenti, assieme a Wuerl e a "Zio Ted", di questa presunta area dottrinale. Wuerl, però, era stato creato cardinale da Benedetto XVI nel 2010. Un indizio che contribuirebbe a smontare il retroscena appena delineato su un eccleasiastico che, dicono fonti ben informate de IlGiornale.it, avrebbe svolto un ruolo centrale durante lo scorso Conclave. Vale la pena evidenziare, infine, che Wuerl, avendo già superato la soglia dei settantacinque anni, era già stato indotto alle dimissioni dalla prassi.
Come spesso accade in circostanze di questo tipo, era arrivata una proroga biennale. Oggi il cardinale americano ha settantotto anni e per decisione del Santo Padre dovrebbe comunque restare a Washington come amministratore apostolico, in attesa che venga nominato un nuovo arcivescovo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.