Alle prime luci dell’alba è scattato a Cagliari un maxi blitz denominato"Calypso Nest", dal nome del sodalizio criminale, condotto dagli agenti della polizia di Stato contro la mafia nigeriana.
Nel corso dell’operazione, che ha consentito di disarticolare il pericoloso gruppo operante nell’area del capoluogo sardo, sono stati fermati diversi immigrati di nazionalità nigeriana. Gli stranieri sono accusati di associazione di stampo mafioso, tratta di esseri umani aggravata dallo sfruttamento della prostituzione e traffico di sostanze stupefacenti.
“Associazione di stampo mafioso, droga, sfruttamento della prostituzione, traffico di esseri umani: dopo una lunga indagine, la polizia ha colpito la mafia nigeriana che spadroneggiava nel Cagliaritano", ha annunciato il ministro Matteo Salvini, "Grazie alle Forze dell’Ordine: nessuna tolleranza per chi porta la guerra in casa nostra. Domani sarò in Sardegna, per ricordare ai delinquenti che la pacchia è finita".
Le indagini degli agenti della Squadra mobile, avviate lo scorso anno, sono partite dalla scoperta di un traffico di cocaina ed eroina gestito da trafficanti attraverso "ovulatori", sempre originari del paese africano.
L’individuazione di un capannone a Selargius, dove si svolgevano le riunioni del gruppo criminale, è stato un elemento fondamentale per la buona riuscita dell’operazione. Grazie ad intercettazioni ambientali, infatti,le forze dell’ordine sono riusciti a registrare numerosi incontri dei malviventi.
Ciò ha permesso di identificare tutti i componenti della cellula legata alla mafia nigeriana e di ricostruire, così, l'intero organigramma della banda. Il clan è riconducibile alla nota consorteria mafiosa della “Supreme Eiye Confraternity” operante a livello internazionale, con la distinzione dei ruoli e degli incarichi ricoperti all'interno del gruppo da ciascun affiliato.
La principale caratteristica della cellula era il forte vincolo associativo che nasceva con riti e pratiche anche violente.
I componenti del gruppo dovevano rispettare con assoluto rigore le regole di rispetto e obbedienza. In caso di violazione, erano previste pene corporali per i colpevoli.Gli affiliati, inoltre, erano obbligati periodicamente a versare somme di denaro da destinare alla "casa madre" nigeriana.
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