"Vedere quelle bare senza nome, vedere che quei corpi venivano sepolti con un numero, è inumano. Dobbiamo concedergli dignità almeno nella morte". Franco Corbelli, attivista calabrese leader del movimento Diritti Civili, si riferisce al naufragio avvenuto vicino alle coste di Lampedusa il 3 ottobre 2013 dove annegarono 360 migranti.
Dopo quella tragedia, Corbelli ha annunciato di voler costruire un cimitero per migranti dove tutti possano ricevere una degna sepoltura rispettando il credo religioso come conferma lui stesso a The Submarine: "Il cimitero non sarà solo un simbolo, ma una cosa reale e dignitosa. Tutti i migranti morti nei naufragi saranno sepolti individualmente. Ci auguriamo anche che possano essere identificati e seppelliti nel rispetto assoluto delle diverse culture e tradizioni religiose.”
Dopo aver fatto diversi tentativi con varie amministrazioni comunali, l'accordo è stato raggiunto con il comune di Tarsia, in provincia di Cosenza, dove negli anni ‘40 Benito Mussolini aveva fatto costruire il campo di concentramento più grande d’Italia, Ferramonti.
La costruzione, che inizierà tra pochi giorni e dovrebbe concludersi entro tre mesi, costerà circa quattro milioni di euro e sarà finanziata dal comune di Tarsia, dalla regione Calabria e dal ministero degli interni.
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